Presentata ieri, nel corso di una kermesse molto scenografica, la riforma della scuola promossa dal governo Renzi. Il reclutamento avverrà solo per concorso, ponendo fine a quella che il ministro Giannini ha definito la “babele delle graduatorie”. Ma c’è chi non si fida e paventa il rischio che la metà dei precari resti fuori.
“In linea di principio concetti come il merito ci trovano d’accordo, il problema è come gli annunci verranno messi in pratica” dice ai nostri microfoni Marcello Pacifico, del sindacato Anief. Apre a una serie di distinguo il commento lapidario del sindacalista sulla kermesse organizzata ieri dal Partito Democratico, in un trionfo di lustrini e belle speranze della conduzione televisiva per teenager, per festeggiare un anno di governo Renzi e presentare la riforma della scuola, fortemente voluta dall’esecutivo.
Al di là dei vari “lo faccio per i miei figli” e dei richiami alla centralità del ruolo della scuola nella nostra società, il nodo della riforma resta il reclutamento del corpo docente. In una riforma che punta all’assunzione unicamente tramite concorso e che “non è a costo zero, ma vivrà del miliardo dei tagli a università e ricerca -rivela Pacifico- bisogna chiarire che tutto il personale che ha conseguito un’abilitazione ha superato un concorso. E’ tutto personale selezionato dallo Stato e che è stato sfruttato finora.” La questione non è secondaria perchè c’è una sentenza della Corte Europea che impone l’assunzione a tempo indeterminato per coprire tutte le cattedre vaganti da almeno 36 mesi.
“270 mila persone dunque -continua Pacifico- hanno diritto all’assunzione a tempo indeterminato. O il piano di Renzi recupera tutti i posti tagliati negli ultimi 6 anni, oppure si ritroverà in tribunale costretto a pagare 30 mila euro a testa ai ricorrenti.”
Sui rischi per questo esercito di precari, Pacifico è ancora più netto. “Non è vero che si trova la soluzione zero (quando si assumono tutti i precari). Un precario su due si ritroverà fuori. Soltanto recuperando tutti i posti eliminati, ci sarebbe la possibilità di assorbire i precari e fare un nuovo concorso per 40 mila giovani insegnanti.”