Il nuovo singolo del gruppo modenese denuncia con sarcasmo la politica repressiva dei cosiddetti ‘sindaci sceriffi‘, ed anticipa ufficialmente il crowdfunding per il loro nuovo album che uscirà prossimamente “Sempre dalla parte del torto

Domani fuori “Lo sceriffo della mia città”, il nuovo singolo della Banda POPolare dell’Emilia Rossa

Ai nostri microfoni c’è Paolo Brini, voce della Banda POPolare dell’Emilia Rossa, che presenta il suo nuovo singolo “Lo sceriffo della mia città” fuori domani venerdì 28 aprile. Per il ritornello in napoletano è stato chiamato Luca Persico, in arte O Zulù, leader dei 99 Posse, e la collaborazione è stata immediata e spontanea, frutto di un’amicizia annuale con la band.
Si tratta di un brano importante non solo per le collaborazioni e per il tema trattato, ma anche perché è la canzone con cui la Banda lancia ufficialmente la raccolta fondi per il suo nuovo album in arrivo prossimamente e che vedrà la partecipazione anche di Modena City Ramblers, Gang, Kento e Marcello Coleman.
Il brano anticipa ufficialmente il loro quarto album Sempre dalla parte del torto, una citazione sia a Brecht che al musicista Claudio Lolli; lo strumento del crowdfunding è funzionale non solo a raccogliere fondi per produrre gli album – essendo il gruppo composto da metalmeccanici che si autoproducono da indipendenti – ma anche per rendere partecipi chi segue la musica della Banda alla costruzione concreta dei dischi.
Il nuovo singolo denuncia con sarcasmo la politica repressiva dei cosiddetti ‘sindaci sceriffi’ e del governo sia nei confronti dell’immigrazione e della povertà urbana – affrontata come una colpa individuale da schiacciare in nome del decoro – sia verso i diritti civili visti non come un atto di progresso ma come una minaccia verso il concetto reazionario della famiglia tradizionale. 
Ci sembrava necessario denunciare questa situazione, perché crediamo che sia ora più che mai importante schierarsi e lottare contro questo sistema aberrante” dice Paolo.

Il 25 aprile 2011 nasce la Banda POPolare dell’Emilia Rossa in piazza Grande a Modena. L’intento del progetto è stato fin dal primo momento fare politica rivoluzionaria, militante e anticapitalista attraverso una delle forme di comunicazione più diretta, efficace ed emozionate che esistano: la musica, naturalmente senza rinunciare alla ‘balotta’.
Mai come in questa nostra epoca è necessario alzare la testa e difendere con orgoglio le tradizioni di lotta del movimento operaio anche dal punto di vista culturale e artistico. Per questo il motto che li accompagna è quello di André Breton: «Indipendenza dell’arte per la rivoluzione, La rivoluzione per la liberazione definitiva dell’arte».
Il movimento surrealista traccia le linee guida dell’estetica sonora del gruppo: l’arte come strumento che costruisce il bello ma che allo stesso tempo spacca il sistema e crea consapevolezza tra la gente, del resto la musica negli ideali della Resistenza è sempre stata un elemento centrale.
Sabato 29 aprile la Banda si esibirà alla festa dell’Anpi a Marzabotto, presso Montesole Rifugio resistente Il Poggiolo, e da lì ci aspettano una serie di date che ci accompagneranno per tutta l’estate.

ASCOLTA QUI L’INTERVISTA ALLA BANDA POPOLARE DELL’EMILIA ROSSA: