A 20 anni dalle stragi mafiose che nel 1992 colpirono l’Italia democratica la Round Robin Editrice pubblica Antonino Caponnetto. Non è finito tutto, una graphic novel sulla figura del magistrato ideatore del pool antimafia.
Antonino Caponnetto ricordato in un fumetto
“E’ finito tutto” aveva detto l’ex Capo Ufficio Istruzione di Palermo, Antonino Caponnetto, uscendo dall’obitorio dopo l’ultimo saluto a Paolo Borsellino, morto il 19 luglio 1992 nell’attentato di via d’Amelio. Nel titolo del loro lavoro Luca Salici e Luca Ferrara hanno capovolto quella frase del giudice perchè proprio il rammarico per quelle parole dette in un momento di sconforto diventò per lui un motivo in più per reagire, riprendere la speranza e lavorare sull’antimafia attraverso il cambiamento culturale. Nei 10 anni seguenti il magistrato diventa il primo rappresentante della società civile, viaggia per l’Italia raccontando nelle scuole la sua esperienza e portando avanti le idee dei magistrati uccisi dalla mafia.
Nel volume Antonino Caponnetto. Non è finito tutto si ripercorrono le vicende del pool antimafia di Palermo, di cui Caponnetto fu l’ideatore: dopo l’assassinio del giudice Rocco Chinnici, il 28 luglio 1983, il giudice si incarica di raccoglierne l’eredità facendosi trasferire dalla quieta Toscana ad una sicilia all’epoca di fuoco. E’ lui, nel ruolo di Capo Ufficio Istruzione al Tribunale di Palermo, a creare la squadra di magistrati – Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta – che porterà al più grande processo contro la mafia mai celebrato fino ad allora: 474 imputati e 344 condannati.
Per far rivivere la memoria del giudice Antonino Caponnetto, scomparso il 6 dicembre 2002, e di quel periodo della nostra storia recente i due autori hanno scelto il fumetto, linguaggio più famigliare alle giovani generazioni. Essi raccolgono così quella vocazione che spinse il magistrato e poi tanti altri varcare le aule delle scuole, per spiegare ai ragazzi il valore concreto, anche se così poco praticato, di parole come onestà, giustizia, legalità. Perchè, come diceva Caponnetto, “La mafia teme più la scuola della giustizia“.
Nelle tavole di Luca Salici e Luca Ferrara, introdotte dalla prefazione di Andrea Camilleri e seguite da molte altre testimonianze sul giudice Caponnetto, leggiamo non un racconto di eroi ma una storia corale di giustizia sociale e di passione civile, una storia di scelte quotidiane non delegate agli altri, la storia di giudici, poliziotti, rappresentanti delle istituzioni mentre combattono contro un nemico diventato Stato.
La nostra Federica Pezzoli ha raggiunto telefonicamente Luca Salici, uno dei due autori della graphic novel pubblicata da Round Robin Editrice.