Mentre le istituzioni ricordano il ritrovamento del corpo di Aldo Moro, quarant’anni fa veniva ammazzato anche Peppino Impastato, attivista antimafia, giornalista radiofonico e comunista. Il ricordo di Peppino nelle parole di un suo compagno, Salvo Vitale.
In uno Stato che ha trattato con la mafia, come la recente sentenza che ha condannato gli ex vertici del Ros Mario Mori e Antonio Subranni e l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri ha dimostrato, c’è poco spazio per il ricordo di Peppino Impastato, l’attivista antimafia, giornalista radiofonico e comunista, ammazzato il 9 maggio 1978.
Certo, la trattativa accertata dai giudici di Palermo riguarda un periodo successivo all’uccisione di Impastato, ma il clima culturale nel nostro Paese sembra non essere stato completamente ripulito.
I riflettori su quanto accadde quarant’anni fa si sono già accesi, ma sono stati tutti direzionati verso il sequestro di Aldo Moro, il cui corpo senza vita fu ritrovato in quello stesso tragico 9 maggio.
C’è da aspettarsi che le celebrazioni e le commemorazioni di oggi, quindi, andranno nella stessa direzione, lasciando poco spazio al ricordo dell’attivista ucciso da Cosa Nostra.
Radio Città Fujiko, quindi, prova a compensare con un’intervista, realizzata da Francesca Candioli, a Salvo Vitale, amico e collega di Peppino Impastato.
L’intervista nella versione integrale verrà trasmessa questo pomeriggio alle 17.00, all’interno di uno speciale de L’Indigesto dedicato a Impastato. Oltre alle parole di Vitale, lo speciale conterrà alcune registrazioni di Radio Aut, la radio di Peppino, in cui lo stesso irrideva i boss mafiosi col suo stile caustico, e la ricostruzione della giornalista Antonella Beccaria.
ASCOLTA UN ESTRATTO DELL’INTERVISTA A SALVO VITALE: