Vasco Errani lascia dopo 15 anni la presidenza della Regione in seguito alla condanna nel processo Terremerse. “L’Emilia Romagna non è in crisi. Non esiste alcun modello Errani. Non c’è alcun falso ideologico”. L’estratto del discorso di addio.

Vasco Errani non è più presidente di Regione

Il giorno dell’addio di Vasco Errani è arrivato. Nel corso dell’ultima Assemblea Legislativa, il presidente della Regione ha rassegnato le sue dimissioni in seguito alla condanna per falso ideologico nel processo Terremerse. Una condanna che, ha ribadito Errani, non è un punto finale nella vicenda giudiziaria: “Ho intenzione di andare in Cassazione per dimostrare che non c’è stato alcun falso ideologico“.
Quello che è stato per 15 anni il presidente della Regione ha motivato la sua scelta con il rispetto delle Istituzioni che, nella sua visione, vengono prima di qualunque cosa. Così come, nel ringraziare quanti hanno collaborato con lui in questi anni, ha ribadito l’importanza di lavorare per la cosa pubblica e, ancor più importante, per il bene comune.

Non esiste alcun ‘modello Emilia-Romagna’, né tantomeno il modello Errani – osserva il governatore dimissionario – perché governare significa promuovere cambiamento”. Nonostante questo, l’esperienza “ha lasciato il segno”.
Errani afferma anche che non avrà mai nostalgia di una poltrona”, ma non riuncia a sottolineare che si immaginava un epilogo diverso: “Non voglio fare l’uomo di ferro, non voglio nascondere il mio dolore e la mia amarezza, l’elemento fondamentale è ciò che ho sentito intorno a noi in questi giorni”, ovvero le attestazioni di solidarietà e “l’umanità”.
“Ce l’ho messa tutta, perché sono fatto così – rivendica Errani – Sono orgoglioso di quello che ho fatto“.

Sulle conseguenze del suo gesto, infine, il presidente afferma che “L’Emilia-Romagna non è in crisi e a ben guardare si anticipano di qualche mese le elezioni, ma era già aperto questo confronto. Anticipare non sarà un problema, sono certo che si andrà avanti sulla strada del riformismo che non appartiene a nessuno, ma fa parte della storia di questa regione”.