Domani in piazza Maggiore alle 10.30 il comitato Articolo 33 consegnerà le firme del referendum sul finanziamento alle materne private e darà vita ad un flash mob, con tanto di abbracci collettivi, per chiedere l’accorpamento della consultazione con le politiche del 2013.

In attesa dell’accorpamento elettorale, sarà un “accorpamento fisico” quello che domani, mercoledì 5 dicembre, il Comitato Articolo 33 porterà in piazza Maggiore alle 10.30. I promotori del referendum sui finanziamenti alle materne private, infatti, daranno vita ad un flash mob intitolato “Abbraccio #33” per simboleggiare la richiesta di accorpare la consultazione cittadina alle elezioni politiche della primavera prossima.
Oltre agli attivisti del comitato, saranno presenti in piazza anche i celebri vignettisti cittadini Zap&Ida e il musicista Guglielmo Pagnozzi.

“Abbiamo pensato di dare vita ad un’iniziativa pubblica – spiega Francesca De Benedetti, portavoce di Articolo 33 – perché lo dovevamo alle migliaia di cittadini che hanno sostenuto la nostra campagna”. È grazie alla grande risposta dei bolognesi, infatti, che domani il comitato consegnerà ufficialmente le firme raccolte per il referendum.
La soglia delle novemila firme, in realtà, era stata superata con un mese d’anticipo, ma Articolo 33 aveva deciso di proseguire la raccolta per dare l’opportunità di partecipare a più persone possibili e contestualmente continuare ad informare la cittadinanza sui finanziamenti che il Comune destina alle materne private.

La battaglia per la scuola pubblica, dunque, non è finita. Se il traguardo della consultazione è stato raggiunto, ora si apre il fronte della data per andare a votare.
I costi per la consultazione furono uno degli argomenti addotti dalla giunta di Palazzo D’Accursio per contrastare la campagna referendaria, ma ora, a firme raccolte, sembra essere l’Amministrazione stessa a non volere l’accorpamento con le elezioni politiche del 2013.
“Sarebbe una scelta di buon senso – commenta De Benedetti – sia per risparmiare risorse, sia per incentivare la partecipazione dei cittadini, che si recherebbero alle urne una volta sola”.

Forse è proprio la partecipazione che spaventa la giunta e il Partito Democratico, fin da subito contrario al referendum.
Per ora a fornire un alibi è il regolamento comunale, che non prevede formule di accorpamento di questo tipo. Alibi che potrebbe cadere facilmente con una piccola modifica al regolamento stesso, ma che non è affatto semplice dato che la maggioranza trasversale composta da Pd e centrodestra in Consiglio comunale si oppone alla consultazione.