Il 4 dicembre 2020 è uscito il primo album del cantautore milanese Kublai, dall’omonimo titolo Kublai, un nuovo capitolo del progetto solista di Teo Manzo, che segue il precedente singolo pubblicato a settembre “Orfano e Creatore”. Per l’occasione abbiamo intervistato l’artista per Fujiko Factory.

Kublai è un disco che nasce come dialogo, i cui testi percorrono gli scambi di una conversazione fra due voci che accompagnano un viaggio metaforico. I protagonisti sono amici, e il titolo potrebbe suggerirci un’analogia con Marco Polo e Kublai Khan, il leggendario imperatore cinese. Fondamentale peculiarità di questo album dialogico è la scomparsa, sul finire dell’opera, di uno dei due dialoganti, che lascia alla musica un’unica voce, un canto solo.

Con queste parole, Kublai, racconta l’idea e l’anima del suo progetto:
«La piena realizzazione di un intento comporta, al fondo, la sua perdita. Questo è il non detto che riecheggia in tutte le stanze di Kublai, un album diviso in tre respiri o movimenti, e composto di arie, più che di brani in senso stretto. Le canzoni, infatti, non coincidono con le tracce del disco, ma vi sono annegate a forza, e solo a tratti riaffiorano dal magma sonoro, con intenzione certamente melodica, ma forma incompiuta. Incompiuta, forse, per non completare troppo in fretta quella perdita.»

Questo album così atipico prende forma dalla collaborazione fra Teo Manzo, autore dei testi e delle musiche, e Filippo Slaviero, coautore delle musiche, che ha curato produzione, registrazione e mixaggio. Le registrazioni sono avvenute a Milano, presso Il Vicolo Studio dei fratelli Slaviero, Hit Factory Studio di Nicolò FragileAdesiva Discografica di Paolo Iafelice ed è stato masterizzato presso La Maestà Mastering da Giovanni Versari.

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