Oggi si concludono con una manifestazione i tre giorni di lutto nazionale dopo il massacro di Garissa, in Kenya, che ha provocato la morte di 148 persone. Per Padre Alex Zanotelli, per anni missionario in Kenya, quanto è accaduto è anche frutto del colonialismo occidentale e Al Shabaab, come Isis e Boko Haram, è una conseguenza delle nostre guerre.
“È vero che c’è una persecuzione in atto contro i cristiani, ma dobbiamo interrogarci su quanto sia piuttosto una guerra contro l’occidente che si definisce cristiano”. È con queste parole che Padre Alex Zanotelli, per anni missionario a Korogocho, commenta quanto accaduto in Kenya, dove le milizie Al Shabaab hanno ucciso 148 persone in un campus universitario.
Oggi, nel Paese, si conclude con una manifestazione il terzo giorno di lutto nazionale in seguito alla strage, mentre il governo di Nairobi ha già effettuato bombardamenti aerei sulle postazioni dei fondamentalisti islamici somali.
“Bisogna ricordare alcune cose per capire meglio quanto accaduto – osserva Zanotelli – La prima è che c’è in corso una guerra tra Somalia e Kenya, dal momento che quest’ultimo Paese ha parzialmente invaso il primo per bombardare gli Al Shabaab. Inoltre, circa mezzo milione persone, a Nairobi, è somalo e spesso rappresenta la parte più ricca della popolazione”.
Ma soprattutto, per Zanotelli, occorre ricordare le nostre complicità. “La Somalia è un’ex colonia italiana – spiega il comboniano – Il disastro che abbiamo fatto, soprattuto coi socialisti di Craxi, ha fatto sì che il Paese sia stato mangiato dalla corruzione”.
Zanotelli, inoltre, usa molta prudenza nel leggere la vicenda in termini esclusivamente religiosi. Per quanto sia gravissimo quello che è successo, c’è da chiedersi, anche in questo caso, se le nostre coscienze siano pulite. “Quanto di questo odio è veramente contro i cristiani – si domanda il missionario – o quanto piuttosto è contro l’occidente che si dice cristiano?“.
Al Shaabab, Boko Haram e Isis, secondo Zanotelli, sono tutti prodotti dei disastri combinati dall’occidente in diverse parti del mondo, con guerre inutili e assurde come quelle in Iraq e il Libia.
Come uscirne allora? Zanotelli non ha dubbi: se ne esce con la diplomazia e con la politica, facendo sedere attorno ad un tavolo tutte le tre componenti che frammentano la Somalia, tentando di ridare al Paese un governo unitario e smettendo di vendere armi italiane ed occidentali.
“Non è con altre guerre, come sembra suggerire il Corriere della Sera – conclude Zanotelli – che si risolveranno i problemi”.