Il progetto Vesta ha deciso di lanciare l’iniziativa “Intrecci di storie”, una raccolta di esperienze di chi l’accoglienza in famiglia l’ha vissuta in prima persona. Sei brevi video insieme ai protagonisti di queste storie, per condividere e ripercorrere alcuni momenti di questa esperienza di inclusione.

L’accoglienza di rifugiati in famiglia con Vesta

Vesta è un progetto di accoglienza e integrazione rivolta ai migranti che richiedono asilo e ai rifugiati. Non a caso il nome del progetto rimanda alla dea romana del focolare domestico, andando così a rafforzare l’idea e il valore dell’accoglienza in casa, di cui il progetto si fa carico.
Vi collaborano professionisti della cooperativa CIDAS, come operatori e case manager, assistenti sociali, psicologi e avvocati con una esperienza pluriennale in questi ambiti.
La cooperativa CIDAS si sta impegnando in Emilia-Romagna da oltre 10 anni, nell’accoglienza di richiedenti d’asilo e di rifugiati, sia adulti che minori; a tale scopo vengono gestiti vari progetti, come lo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), il FER (Fondi europei per i rifugiati), il FAMI ( Fondo asilo migrazione e integrazione).

La migrazione di persone che richiedono protezione internazionale è ormai un fenomeno sociale, che coinvolge tutti, e con questo progetto si vogliono attivare i cittadini e le famiglie in prima persona, coinvolgendole direttamente: gli ospitanti dovranno cercare di coinvolgere il più possibile gli ospiti, nelle attività sia dentro che fuori casa, così da cercare di accrescere e arricchire anche la rete di rapporti di questi utenti. L’accoglienza in famiglia viene vista e sentita da Vesta come un momento di transizione, e non come una meta finale.

E così Vesta ha deciso di raccontare alcune esperienze di accoglienza attraverso sei brevi video, nel progetto che prende il nome di Intrecci di storie: Barbara, Ahmed, Mori, Annalisa e Alessandro sono alcuni dei protagonisti di questi filmati e ci faranno entrare nelle loro case e nelle loro vite. Questi video-racconti ci permettono di capire profondamente come, in queste esperienze, le difficoltà si riescono a superare, come si acquistano e rafforzano nuove autonomie e sicurezze, e soprattutto come i rapporti e le relazioni tra l’ospitato e la famiglia ospitante non si dissolvono una volta finito il periodo di accoglienza, ma rimane forte e continua ad essere curato e arricchito.
E così dalle storie raccontate attraverso i video, vediamo come Mori, accolto da Annalisa e dalla sua famiglia, abbia trovato un’autonomia abitativa, di cui aveva bisogno, condividendo un appartamento nella provincia di Bologna, con Ahmed, suo amico già prima dell’esperienza , e che a sua volta è stato accolto da Barbara, che si è approcciata al progetto Vasta tramite il racconto dell’amica Annalisa.
I primi tre video dell’iniziativa sono online sul sito, nella pagina dedicata al progetto Intrecci di Storie; nelle prossime settimane usciranno anche nuove e diverse storie.

Inoltre a partire dall’8 aprile, è stato avviato un nuovo corso di formazione, per cittadine e cittadini dell’area metropolitana di Bologna che sono interessati a intraprendere un percorso di accoglienza in famiglia, di affido o di affiancamento. Il percorso formativo viene organizzato su Google Meet e si presenta come un’opportunità di confronto e comprensione circa principi essenziali riguardanti gli aspetti legali, sanitari, culturali e psicologici degli accolti nelle strutturi. Un momento per avvicinarsi e approfondire gli aspetti transculturali nella relazione con “l’altro” nei percorsi di vicinanza intrapresi.

Chiara Moffa