“Internalizzare” è la parolina magica che rimbalza da qualche tempo sui social, siti, blog dedicati ai lavori di cura, più precisamente da quando presso le commissioni 7ae 10a del Senato, è iniziata la discussione sul Ddl 236 (prima firmataria la senatrice Carmela Bucalo), una proposta di legge che mira a internalizzare le funzioni di assistenza e aiuto ai ragazzi disabili operate in ambito scolastico.

Relativamente ai profili professionali, l’unica dicitura presente nel Ddl al momento è quella degli ASACOM (Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione), dicitura tra l’altro presente solo in alcune aree del paese. Ne è conseguita una presa di posizione pressoché concorde da parte della maggior parte dei sindacati, delle associazioni e dei collettivi che si occupano della difesa e della tutela del mestiere dell’educatore, la figura con maggior diffusione e definizione a livello nazionale presente nel mondo della scuola, che richiedono a gran voce di essere compresi nel processo di internalizzazione.  Al loro livello contrattuale, ovviamente.

Come andrà a finire? A colpi di emendamenti per sciogliere il dubbio, tuttora irrisolto, di chi, o meglio, di cosa verrà internalizzato: il profilo professionale o la funzione? O ancora una volta, nella solita bolla di sapone?

Abbiamo sentito Fabio Perretta del Coordinamento Nazionale  USB Lavoro Privato, che in audizione dalla senatrice Bucalo, ha posto questa e altre domande.

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