infermieri

Comincia a Bologna il tour del docu-film Padiglione 25. Ascolta l’intervista al regista Massimiliano Carboni

A Roma c’era il più grande manicomio italiano, Santa Maria della Pietà. Correva l’anno 1975 ed un gruppo di giovani infermieri decise di sovvertire ciò che era consolidato. Padiglione 25 è la storia di 14 infermieri che iniziò a cancellare le ferree regole imposte alla loro professione per sperimentare le idee di Basaglia che cominciavano a diffondersi in tutto il Paese. Come si poteva concretamente agire tutto questo? Occupando un padiglione della struttura ed autogestendolo.

Partì così un percorso del tutto nuovo, rivolto ai pazienti ma anche interiore, tanto entusiasmante quanto difficile. Bisognava abbattere pregiudizi, smontare e decostruire regole e prassi conosciute, che davano sicurezza, per affrontare le intemperie di un nuovo che nessuno sapeva dove e cosa avrebbe portato. Ma la spinta a provarci era forte, il bisogno di una umanità nova, di un recupero di dignità, di ritrovare la persona al centro di tutto. Dice infatti uno di loro, Pino Antonucci, all’occhio della telecamera: “Proprio quando sono arrivato al Santa Maria della Pietà nel primo momento in cui ho incontrato la suora… all’interno del manicomio tutto c’era nei confronti del paziente fuori che il riconoscimento della dignità dell’uomo!”

Il docu-film nasce perché un giorno, proprio a Santa Maria della Pietà, il regista Massimiliano Carboni incontra l’antropologa Claudia De Michelis che gli racconta dell’esistenza di un diario, molto dettagliato, dove questi impavidi infermieri hanno annotato cause ed effetti, eventi, dai più piccoli ai più clamorosi. Si rese conto che davanti ad una storia così forte ed importante doveva fare qualcosa, incastonarla, farla rivivere. E cosa meglio del cinema poteva riuscirci? Con Claudia scrivono la sceneggiatura, deve diventare un lungometraggio, ma poi bisogna fare i conti con il fatto di non avere una produzione grossa alle spalle. Avviano un crowdfunding che li porta girare l’Italia e ad incontrare molte persone, desiderose di conoscere e quindi di finanziare dal basso questa opera.

“A Bologna siamo stati accolti da un entusiasta Vag61: abbiamo presentato un’anticipazione video del docu-film, letto alcuni passaggi del diario e fatto parlare uno dei protagonisti, Vincenzo Boatta. L’emozione era forte e palpabile” dice Massimiliano Carboni.

Trovano anche archivi disposti a mettere a disposizione i loro materiali come la Fondazione Franco e Franca Basaglia, AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico) ma anche un privato. Il materiale raccolto, la ricchezza dei volti e delle parole degli infermieri e anche il budget a disposizione li fa optare per la forma documentario.

Ora il docu-film è terminato e sarà possibile vederlo al Cinema Lumière – Sala Officinema/Mastroianni, domani, 31 maggio alle ore 18. Inoltre porta a Bologna una splendida notizia: in luglio verrà stampato il diario degli infermieri e diventerà un libro, pubblicato da Ediesse Editore.

Ma Padiglione 25 non è certo un’operazione nostalgica. Vuole riportare all’attualità una storia straordinaria per “una riflessione sull’oggi – rilancia il regista – sulla condizione di chi è privato della propria libertà, di chi lavora quotidianamente con queste persone e dell’importanza di superare i conflitti tra i soggetti interessati a vari livelli dal disagio psichico, operatori, pazienti, familiari, per l’affermazione della dignità di tutti. Proprio in questo senso è tanto attuale il contenuto di quel diario e la storia dei suoi protagonisti”. Infatti, dopo la proiezione ci sarà un momento di confronto con Maria Grazia Giannichedda, presidente Fondazione Franca e Franco Basaglia, Tommaso Losavio, già direttore del progetto di chiusura dell’ospedale psichiatrico S. Maria della Pietà di Roma, Giuseppina Paulillo, dirigente medico di Parma con la moderazione di Piero Di Domenico, giornalista nonché docente presso le Università di Bologna e Ferrara e grande esperto di cinema.

Il trailer di Padiglione 25