Continua in India l’orrore degli stupri. In questo caso una ragazza sarebbe stata punita con un stupro di gruppo, per una relazione con un ragazzo di un altro villaggio.

La notizia attende conferme ufficiali, ma sta già rimbalzando su tutti gli organi d’informazione. Anche la Corte Suprema indiana, l’organo di giurisdizione più alto dell’ex colonia britannica, ha chiesto un rapporto alle autorità del Bengala occidentale, dove si sarebbe consumato lo scempio.

Stando a fonti di stampa una ragazza che intratteneva una relazione con un coetaneo di un altro villaggio da 5 anni, sarebbe stata stuprata da alcuni componenti del consiglio degli anziani, che le aveva comminato la condanna. Il tutto ruoterebbe proprio intorno a questa relazione, e non, come detto inizialmente, al fatto di essere stata colta in flagranza.

Secondo la ricostruzione che fa ai nostri microfoni Matteo MIavaldi, giornalista di China Files, il ragazzo con cui la vittima intratteneva una relazione, si sarebbe recato nel villaggio di lei per chiederla in sposa. Il Consiglio degli anziani, autorità evidentemente parallela nelle zone rurali dell’India, avrebbe rifiutato di concedere la mano di lei al ragazzo proveniente da un altro villaggio, e avrebbe condannato i due ad un’ammenda di 50.000 rupie. La ragazza, impossibilitata a pagare, sarebbe stata condannata dallo stesso consiglio a subire lo stupro di gruppo.

L’intervento della Corte Suprema va incontro probabilmente al nuovo sentire della società indiana sulla violenza di genere. Atteggiamento cambiato dopo lo stupro subito nel dicembre 2012 da una ragazza di New Delhi, che morì in seguito alla violenza.

La sensibilità degli indiani rispetto a questi crimini è aumentata” conferma Miavaldi, che però è netto nell’affermare che questa apparente escalation di violenza è frutto di un maggiore interesse dei media, intorno ad un fenomeno che è sempre stato presente nella società indiana. Gli indiani, insomma, non stanno diventando delle bestie, come soprattutto gli italiani sembrano pensare. “Il discorso è più complesso e riguarda la rappresentazione della donna nella cultura popolare di massa” conclude il giornalista.