Sette morti e due dispersi. È il bilancio provvisorio dell’incidente avvenuto nel porto di Genova, dove la nave Jolly Nero ha urtato la torre di controllo dei piloti. Il sindaco della città ligure proclama il lutto cittadino e i sindacati uno sciopero in solidarietà alle famiglie delle vittime. Il presidente regionale Burlando: “Rispettate tutte le norme di sicurezza”. Aschieri (Filt-Cgil): “Manovra fatta tantissime volte”.

Sciopero dei lavoratori del Porto di Genova

Si aggrava il bilancio provvisorio dell’incidente avvenuto ieri notte, intorno alle 23.30 nel porto di Genova, quando una nave portacontainer della flotta Messina, la Jolly Nero, si è schiantata contro Molo Giano e si è abbattuta contro la torre di controllo dei piloti. Al momento sono sette le vittime, quattro i feriti e due i dispersi. Con l’urto la portacontainer ha provocato il crollo di un’intera palazzina mentre la torre di controllo è rimasta inclinata in acqua di circa 45 gradi rispetto al suolo.

Il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando afferma che le regole di sicurezza sono state tutte completamente rispettate, il mare era calmissimo e il comandante della nave esperto. Il ministro Lupi è pronto a riferire in Parlamento. Intanto la procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio plurimo.

“Se non si è sul posto non si può capire com’è realmente la situazione – spiega Enrico Aschieri della Filt Cgil di Genova – Nel molo c’è una struttura ad ‘L’, dove si trovava la torre colpita dalla nave che è crollata nello specchio interno”.
Nonostante la particolare conformazione, però, rimane lo sconcerto per l’incidente. “È una manovra che veniva fatta tantissime volte”, spiega il sindacalista, che ancora non si capacita di come sia potuto succedere.

In attesa che le autorità accertino dinamiche e responsabilità, i metalmeccanici impiegati nella riparazione delle navi hanno proclamato un’ora di sciopero, mentre il settore dei trasporti si astiene dal lavoro da questa mattina fino alle 13 di domani per lutto e in segno di solidarietà verso le famiglie dei lavoratori morti nello scontro.