Nel 2022 ben 18mila bambini bielorussi, pari al 2% della popolazione infantile, hanno partecipato a campi di addestramento militare. La denuncia arriva dall’associazione pacifista bielorussa Our House, che ha realizzato un dossier su fonti ufficiali e pubbliche rilanciato e tradotto in Italia dal Movimento Nonviolento nell’ambito della Campagna di Obiezione alla guerra, per il sostegno agli obiettori di coscienza russi, bielorussi e ucraini, e della War Resisters International.
«Questa notizia fa il paio con l’introduzione, il 20 febbraio scorso, della pena di morte per i disertori – osserva ai nostri microfoni Mao Valpiana, portavoce del Movimento Nonviolento – In Bielorussia per disertori si intendono anche gli obiettori di coscienza e i renitenti alla leva».

I bambini nei campi di addestramento militare in Bielorussia

Sono 480 i campi di addestramento militare riservati ai minori che si sono svolti in Bielorussia nel 2022. Campi promossi dal Ministero della Difesa e gestiti da istruttori ceceni provenienti dalla Federazione Russa.
«Il regime bielorusso sta effettuando un’intensa preparazione di massa dei bambini per la partecipazione futura alla guerra dalla parte della Russia – denunciano i pacifisti – I bambini vengono preparati fin dall’età di 6-7 anni in speciali “campi militari patriottici” secondo un programma speciale, che include l’uso di armi da fuoco». In particolare, oltre a sparare, i bambini apprendono l’orientamento sul campo, la lotta, la disciplina militare. In altre parole «un vero e proprio lavaggio del cervello», sottolinea Valpiana.

Addestramento militare
Immagine da www.belta.by

Secondo il dossier di Our House, a partecipare ai campi di addestramento militare sono soprattutto bambini provenienti da famiglie marginali e di degrado sociale, o bambini orfani o in precarie situazioni psico-fisiche. L’associazione pacifista bielorussa stigmatizza la militarizzazione di massa che avviene nel Paese e lancia l’allarme sulla possibilità che questi campi di addestramento facciano parte di una strategia di Vladimir Putin e del presidente bielorusso Aljaksandr Lukashenko per la prossima fase di guerra in Ucraina e, probabilmente, nel territorio dell’Unione Europea.
«A questi bambini – continua Valpiana – vengono inculcati il desiderio di “vendetta”, di “distruzione del nemico”, di “salvezza della Bielorussia” dall’Europa, che viene definita “gayropa”».

Proprio all’Europa le i pacifisti nonviolenti si rivolgono, in particolare chiedendo di aprire dei corridoi umanitari per i disertori, gli obiettori di coscienza e i renitenti alla leva di Bielorussia, Russia e Ucraina. «L’Europa dovrebbe accoglierli e dare loro protezione riconoscendo lo status di rifugiato politico – sostiene Valpiana – aiutando in questo senso l’opposizione pacifista nonviolenta e antimilitarista presente in quei Paesi. Questo sarebbe un contributo forte per lo sviluppo più civile e democratico di quei Paesi».

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