Ha fatto tappa a Bologna Roberto Salis, padre di Ilaria Salis, l’attivista antifascista ora ai domiciliari in Ungheria dopo 16 mesi di detenzione in condizioni disumane. Una sorta di campagna elettorale per procura, quella del padre, che sta girando diverse città d’Italia per sostenere la candidatura di sua figlia alle elezioni europee dei prossimi 8 e 9 giugno.
Oltre all’assurda questione giudiziaria che ha stravolto la vita della figlia, Roberto Salis è convinto che Ilaria al Parlamento europeo possa portare un valore aggiunto, magari insieme a Carola Rackete, che nel 2019 sfidò il ministro Matteo Salvini forzando il blocco imposto alla Sea Watch, la nave umanitaria carica di migranti bloccata al largo di Lampedusa.

Il senso della candidatura di Ilaria Salis alle elezioni europee

In particolare, Salis e Rackete potrebbero portare la voce dei dissidenti dell’attuale sistema su cui si regge la stessa Ue all’interno del Parlamento europeo. Di questo è convinto Roberto Salis, che si mostra assai meno fiducioso sull’esito del processo a carico di Ilaria in Ungheria. «Ormai è chiaro che è un processo politico, per cui se non si riesce a spostare in Italia o in Germania l’unico obiettivo resta la liberazione di Ilaria». Ma proprio Ilaria, sottolinea il padre, vuole mostrare la propria innocenza e la propria estraneità ai fatti per i quali si è fatta 16 mesi di carcere, cioè l’accusa di aver aggredito alcuni militanti neonazisti.

Salis ha incontrato la stampa accompagnato dalla vicesindaca Emily Clancy, che ha raccontato l’ampia partecipazione all’iniziativa elettorale tenutasi ieri e organizzata dall’Alleanza Verdi Sinistra. A prendervi parte, oltre a Salis, anche Mimmo Lucano e Cristina Guarda, capolista nella circoscrizione nordest.
«La storia di Ilaria Salis – ha osservato Clancy – ormai va oltre i fatti e quanto le è accaduto, ma è diventata anche il simbolo di un’Europa che non vogliamo, quella dove i diritti vengono messi in discussione, in cui c’è un ritorno inquietante di fascismi e in cui le condizioni di detenzione possono essere anche inumane».
La vicesindaca invita anche a Bologna Ilaria Salis una volta che sarà libera.

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