Secondo alcune stime erano 30mila le persone in strada sabato scorso a Bologna all’interno di “Convergere per insorgere“, la manifestazione promossa da Collettivo di Fabbrica Gkn, Fridays for Future e Rete per la Sovranità Alimentare, che ha invaso pacificamente la tangenziale contro il progetto del Passante di Mezzo.
A due giorni di distanza, Bologna for Climate Justice, una delle realtà che organizzavano il corteo, prende la parola per evidenziare il «silenzio assordante» del sindaco di Bologna Matteo Lepore e del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini nei confronti di quante e quanti sono scesi in piazza.

Passante, il silenzio delle istituzioni: partecipazione a corrente alternata?

«Dal sindaco della “città più progressista d’Italia” e dal presidente della Regione che ama auto-definirsi “modello” ci saremmo aspettate/i delle parole di fronte a questa grande dimostrazione di partecipazione popolare, e invece è calato il silenzio – sottolinea Bologna for Climate Justice in un comunicato – Nonostante migliaia di bolognesi abbiano affermato con la propria partecipazione al corteo di non volere continuare a subire le conseguenze sulla propria salute dell’inquinamento prodotto dall’autostrada urbana, Lepore e Bonaccini fanno finta di nulla e ignorano la richiesta di una Valutazione di Impatto Sanitario. Temono i risultati di un’indagine del genere?».

Ai nostri microfoni Marco Palma di Bologna for Climate Justice sottolinea che Lepore e Bonaccini parlano di partecipazione, ma si girano dall’altra parte quando decine di migliaia di cittadine e cittadini prendono pubblicamente parola.
In realtà, sul Passante Bonaccini è intervenuto per rispondere alla destra, in particolare a Galeazzo Bignami, che ha ventilato la possibilità che il nuovo governo possa rivedere alcune scelte, come il tram o, appunto, il Passante.

L’opposizione della destra al Passante non è la stessa dei 30mila

Anche se qualcuno in queste ore ha tentato un’assimilazione tra le posizioni della destra al governo e quella di chi era sabato a manifestare, l’opposizione al Passante ha una natura profondamente diversa. A Bologna, infatti, la destra non si oppone all’opera tout court, ma da tempo propone un progetto alternativo, il cosiddetto Passante Sud.
«Su questo il corteo è stato abbastanza chiaro ed eloquente – evidenzia Palma – perché è contro ogni idea di cementificazione del territorio, quindi il Passante ovunque esso sia, perché siamo contrari all’idea che la mobilità del futuro debba essere ancora basata sulla gomma, sul trasporto privato e sui mezzi di trasporto motorizzati».

Da sempre, le associazioni ambientaliste che si oppongono al Passante di Mezzo avanzano una proposta alternativa, quella basata sul trasporto pubblico collettivo e sulla mobilità dolce. «Troviamo che il sistema vada cambiato per ridurre il numero di mezzi che circolano – insiste l’esponente di Bologna for Climate Justice – e non che vadano costruite nuove strade per farli crescere ulteriormente, così come la proiezione della stessa Società Autostrade, che prevede l’aumento di almeno 25mila veicoli al giorno».

I pendolari e il diritto a muoversi: un altro modello evita il traffico

L’occupazione della tangenziale, sabato scorso, ha provocato una paralisi del traffico in città. È anche questo che ha spinto alcuni cittadini a esprimere critiche ai manifestanti sui social, dal momento che percorrere l’attuale tangenziale ogni giorno è un calvario per molte persone.
«Sappiamo benissimo che le pendolari e i pendolari di Bologna soffrono ogni giorno delle code, che sono responsabilità di chi non ha pensato prima di cambiare modalità di spostamento e non offrendo prima un servizio pubblico all’altezza della situazione, come succede già in altre città europee».

Già sabato, durante il corteo, è stato spiegato che la questione non è porre l’ambientalismo contro chi va a lavorare. «Chi va a lavorare ogni giorno e chi si deve spostare per qualunque ragione ha il diritto di non trovarsi bloccato in una cosa, in cui peraltro è costretto a respirare gli inquinanti – osserva Palma – ed ha il diritto di avere delle alternative che possano farci viaggiare in maniera veloce, comoda e a costo basso».
Nell’idea di chi ha manifestato sabato, la mobilità a Bologna dovrebbe cambiare paradigma e offrire soluzioni di trasporto pubblico collettivo o di mobilità dolce per togliere veicoli dalle strade. A quel punto, anche chi dovrà comunque spostarsi in auto per ragioni particolari, non troverà gli ingorghi che trova oggi.

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