«Il suono è un po’ come un raggio di luce, che entra in una stanza che è stata buia per millenni. Poi l’oscurità, in un attimo – non ci vuole tanto tempo – sparisce», racconta Roberto Cacciapaglia, compositore e pianista milanese di fama mondiale. Il suo nuovo album, Invisible Rainbows, rispecchia pienamente questa poetica: «L’arcobaleno è anche un simbolo di purezza, luce e trasparenza, che arriva sempre dopo una tempesta. E noi, in quest’epoca di cose devastanti sul nostro povero pianeta, di tempeste ecologiche e di guerre ne stiamo vedendo. L’arcobaleno è quindi anche un simbolo dell’eterno che è in noi, del sole che brilla anche se ci sono le nuvole».

Registrato a Londra, Invisible Rainbows ha debuttato in Italia al primo posto e nel Regno Unito al terzo posto della classifica di musica classica di Apple Music. I tre singoli che hanno anticipato il progetto discografico (Atlantis, London Sleeps e Rainbows), inoltre, hanno conquistato la vetta delle chart UK, Italia e Cina.

La poetica dell’artista e le prossime tappe del suo tour mondiale

La musica di Roberto Cacciapaglia esplora tutti i generi fondendo classico e avanguardia, tradizione e contemporaneità, esplorando le potenzialità del suono per ottenere nell’ascoltatore un’esperienza sensoriale ed emotiva. L’album si configura quindi come «un lavoro sulla trasmissione e sul potere del suono», mentre l’arcobaleno invisibile che gli dà il titolo è un «arcobaleno che tutti noi ci portiamo dentro e che riusciamo ad ascoltare e a vedere meno in quest’epoca in cui siamo tutti molto occupati. Il suono può risvegliarlo. Il lavoro che io faccio durante i concerti è un lavoro interattivo di musica sulle emozioni, che può farci entrare in contatto». Per l’artista, quindi, portare la propria produzione creativa in concerto non è un semplice mezzo per diffondere la sua musica per il mondo, ma un vero e proprio lavoro che rientra programmaticamente nella sua poetica. Non si tratta dunque solo di un’esibizione dell’arte per l’arte, bensì di un’esperienza comunitaria per tutte le persone che vedono la musica come uno strumento di evoluzione e di scoperta: il suono, come spiega lo stesso pianista, ha anche il potere straordinario di unire le persone con culture e lingue diverse, suscitando volontà di comunanza e condivisione.

Dopo le tappe del tour mondiale che hanno già portato l’artista in USA, Cina, Russia, Turchia, Cacciapaglia torna in Italia con quattro date: venerdì 19 maggio al Teatro Ristori di Verona, mercoledì 24 maggio al Roma Auditorium, giovedì 25 maggio al Teatro Duse di Bologna e venerdì 26 maggio al Conservatorio di Milano. «Il Teatro Duse è un tempio del suono», specifica il compositore nel raccontare la felicità di esibirsi in una città come Bologna. «Per me la trasmissione del suono – cioè come il suono si muove nello spazio e che potere ha di mettere in connessione non soltanto i corpi sonori, ma anche i corpi umani – è un fattore fondamentale».

Chiara Scipiotti

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