Da dicembre, in 21 comuni dell’Emilia-Romagna, a bambine e bambini potrà essere prescritto dai pediatri lo “Sciroppo di teatro“. Il progetto sperimentale, omonimo alla “medicina” che verrà distribuita nelle farmacie, è creato dalla fondazione teatrale e culturale Ater, realizzandosi in una grande collaborazione con le istituzioni: hanno infatti partecipato per la sua realizzazione gli assessorati alla Cultura, alla Sanità e al Welfare della Regione Emilia-Romagna, le amministrazioni comunali, le organizzazioni sindacali, le associazioni scientifiche dei pediatri e le farmacie.

Il progetto “Sciroppo di teatro”

«Il meccanismo del progetto è molto semplice -ha spiegato oggi Orsola Patrizia Ghedini, presidente di Ater– i pediatri e le farmacie che operano nei 21 comuni coinvolti nella sperimentazione possono fornire ai bambini e alle bambine lo “sciroppo di teatro”, ossia un libretto in cui sono inserite -fra le altre cose- 6 ricette, che si possono staccare e ognuna delle quali corrisponde ad un biglietto teatrale dal costo di 2€». Con questo sarà possibile, ai bambini e ai loro accompagnatori, assistere ad una stagione di 3 spettacoli, «in programma da metà gennaio» e pensati appositamente per un pubblico di bambine e bambini.

«Quanto è più bassa l’età dei bambini, tanto più l’investimento formativo sembra meno necessario -ha continuato Ghedini– la stessa sorte che tocca al teatro ragazzi, spesso considerato un teatro di Serie B, del quale si capisce meno l’importanza, pensando basti portare a teatro qualche scuola. Non è così». Il progetto si prefissa l’obiettivo di investire sulla formazione infantile, nello specifico nella fascia d’età 3-8 anni: non solo diffondere il teatro anche fra i più giovani, dunque, ma fornire strumenti culturali adeguati alle future generazioni. Non va inoltre dimenticato, come ha sottolineato oggi la presidente di Ater, che questa fascia di età riguarda quelle che rappresenteranno le principali vittime della pandemia, nonostante non ne siano state direttamente colpite: danni alle strutture cognitive, problemi di socializzazione e perdite disciplinari sono solo alcuni dei problemi che educatrici ed educatori dovranno affrontare negli anni a venire.

Proprio dalla pandemia emerge anche un’altra premessa fondamentale di “Sciroppo di teatro”: ad essere centrale, nell’ambito della sanità, non è solo l’elemento biologico dell’essere umano, ma anche quello culturale. Questi sono due aspetti che non vanno concepiti come separati, ma come parte di un’unità; proprio per questo si è optato, nell’organizzazione del progetto, per una contaminazione disciplinare che mettesse insieme medicina e cultura, farmacie e teatri, pediatri ed attori. Un’organizzazione capillare, che riguarda addirittura, oltre ai 21 comuni, 151 medici e 234 farmacie e che porterà alla realizzazione di 71 spettacoli e repliche, in una stagione teatrale che si prospetta essere ricca e costruttiva.

Francesco Manera

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