Con un presidio di un paio d’ore, questa mattina Associazione Lavoratori Marocchini Italiani e Coordinamento Migranti hanno contestato il consolato marocchino. A essere sotto accusa è la condotta del console Driss Rochdi, “che si rifiuta di rilasciare il passaporto senza certificato di residenza”. I manifestanti denunciano la violazione delle norme del ministero dell’Interno marocchino, che non prevedono il possesso del certificato come condizione per il rilascio del passaporto. “È una discriminazione”.
Hanno presidiato il consolato marocchino per denunciare il rifiuto del console Driss Rochdi di rilasciare il passaporto se non in presenza di un certificato di residenza. La richiesta del certificato di residenza non è però prevista dalle norme del ministero dell’Interno di Rabat: “il ministero dell’Interno marocchino chiede, per avere il passaporto, la carta d’identità marocchina e il permesso di soggiorno italiano, e basta”, chiarisce Adil Lasry dell’Associazione Lavoratori Marocchini Italiani, che questa mattina ha protestato insieme al Coordinamento Migranti. Quello di Bologna sarebbe quindi “l’unico consolato marocchino, in tutto il mondo, che chiede questo certificato”.
Il consolato marocchino di Bologna è competente, oltre che per l’Emilia Romagna, anche per Abruzzo, Marche e Toscana. A essere sotto accusa, oltre alla “poltica del passaporto” del consolato, c’è una lunga serie di ritardi e dinieghi che ostacolano la permanenza in Italia dei migranti marocchini. Il consolato, infatti, “nega la possibilità di accedere al programma del ministero dell’Immigrazione per il rimpatrio delle salme, complica le procedure per l’autenticazione della patente” e, lamentano i manifestanti, rende praticamente inaccessibli molti dei servizi che dovrebbe garantire.
Quello di oggi è il secondo presidio di protesta contro il consolato marocchino di via del Carrozzaio. In questi mesi, spiega ancora Lasry, “abbiamo chiesto varie volte un incontro col console, ma lui nega anche la possibilità di incontrarlo e non dà nessuna giustificazione. Chiude la porta a tutti”. La situazione, denuncia, è di stallo completo, ma la battaglia va avanti: “stiamo organizzando una manifestazione a Roma, davanti all’ambasciata marocchina – annuncia Lasry – il passaporto è un diritto per tutti”.