Fino al 27 giugno presso l’Istituto Aldini Valeriani andrà in scena uno spettacolo post-teatrale in realtà virtuale che racconta 14 storie di adolescenza dimenticata, Il Labirinto, l’ultima produzione del Teatro dell’Argine nell’ambito del progetto Politico Poetico.

All’interno di un labirinto virtuale 14 storie di ragazzi e ragazze

Il Labirinto è uno spettacolo dal linguaggio innovativo, che porta sul palco una modalità di fruizione alternativa in cui ogni spettatore sarà dotato di un visore, un dispositivo in grado di proiettare chi lo indossa in una realtà virtuale estremamente realistica, tanto da sembrare vera. Da quel momento in poi si troverà immerso in uno scenario dove sarà libero di decidere in che modo muoversi e come procedere: sarà possibile guardarsi intorno a 360°, camminare in ogni direzione, esplorare vari luoghi e interagire con le persone o le cose che si incontrano sul proprio cammino.

Nella realtà lo spettatore si muoverà all’interno di uno spazio circoscritto, mentre nella realtà virtuale si districherà in un labirinto di corridoi e stanze dove avrà la possibilità di scoprire 14 storie di giovani e giovanissimi che stanno vivendo una situazione di difficoltà. Si tratta di 14 storie visive e sonore che raccontano, grazie anche a decine di interviste con chi offre aiuto a ragazzi e ragazze che si trovano in stato di disagio o di pericolo, il lato fragile e critico del rapporto che i giovani hanno con la città.

Come spiega Andrea Paolucci, regista dello spettacolo, la scelta di raccontare 14 storie non è affatto casuale, in quanto 14 erano anche i fanciulli (7 ragazze e 7 ragazzi) che Atene, sottomessa alla città di Creta, doveva mandare a quest’ultima come sacrificio necessario per placare la fame del terribile Minotauro, il mostro che viveva nel labirinto. L’obiettivo di questa produzione teatrale è quello di raccontare le storie di questi ragazzi della realtà bolognese che, proprio come i giovani ateniesi, vengono gettati all’interno di questi labirinti e che poi vengono dimenticati, riuscendo così a dare voce e spazio agli adolescenti.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANDREA PAOLUCCI: