Un grande Recital pianistico di Hiromi inaugura al meglio un cartellone lungo un mese
Bologna Jazz Festival: si apre con Hiromi, ma a Ferrara
La Secchia del jazz di Bologna è stata Rapita da Ferrara. Probabilmente tutti quei maligni che, scorrendo il cartellone della rassegna, avessero pensato che i migliori bocconi della kermesse se li fosse assicurati la città estense, hanno avuto una prima conferma nella splendida overtoure pianistica di Hiromi Uehara al Teatro Comunale della città estense.
La piccola musicista giapponese, forse uno e quaranta in tutto, compreso mezzo metro di cofana di capelli sulla testa, si fa gigante a fronte della tastiera che diventa strumento docile sotto le sue infinite invenzioni creative. Nelle scorribande pianistiche si evocano le mille luci delle musiche possibili, dallo stride di hinesiana memoria agli horses alla Oscar Peterson, dalle ballads dense d’armonie suadenti ai clusters di un rivissuto Cecil Taylor: «Io amo Bach, Oscar Peterson, Liszt, Ahmad Jamal, Sly & Family Stone, Dream Theater e King Crimson. In termini di energia traggo ispirazione anche da grandi uomini sportivi quali Carl Lewis e Michael Jordan». Tutto ciò entra nel recital pianistico a volta in punta di piedi e a volte con la potenza di un urlo. La padronanza pianistica non si fa mancare nemmeno atmosfere da “grande madre Russia” alla Musorgskij o divertissement di cover da gruppi pop rock come gli Red Hot Chili Peppers.
Un concerto che ha anche superato la critica storica di cui Haromi ha sempre sofferto: grande tecnica ma poca profondità espressiva. A Ferrara l’incredibile tocco sulla tastiera, la insuperabile velocità delle scale, i dosatissimi crescendi e diminuendi sonori, sono al servizio delle idee musicali, diventano strumenti per sviluppare un disegno generale capace di avviluppare l’ascoltatore in un viaggio nei mondi fantastici dell’artista fatto di energia pura. Non siamo di fronte “al piano più veloce del west”, o al funambolico trapezista da circo che, dopo tanti tripli salti mortali, non ti lascia nulla nel cuore. Qui invece siamo di fronte a pensieri musicali con la M maiuscola.
La chiusa del set, con una I Got Rhythm scandagliata in tutte le maniere possibili, ottiene la prevedibile e meritata ovazione del pubblico che riporta in scena l’estenuata artista per diversi bis.