Si è concluso il 6 aprile a Barcellona “Housing Justice Encuentro”, un congressointernazionale sul diritto all’abitare promosso dal Sindacato inquilini Catalogna e dall’equipe di ricercatori “Property and Democratic Citizenship”. Il giornalista Andrea Cegna ce ne fa un resoconto.

Casa, a Barcellona l’incontro internazionale

Durante la tre giorni di workshop e conferenze, circa duecento militanti, attivisti e accademici provenienti da 16 differenti stati d’Europa e Nord America si sono confrontati sul tema della giustizia abitativa e sui possibili nuovi approcci per risolvere un problema sempre più vasto e urgente.

Nonostante gli otto anni di riforme sociali contro sfratti e speculazioni della ex sindaca Ada Colau, tra le fondatrici della piattaforma PAH (Plataforma de Afectados por la Hipoteca), Barcellona è infatti tuttora città simbolo dell’emergenza abitativa, a causa di fenomeni come la speculazione edilizia, il caro affitti e la turistificazione, che rendono sempre più difficile accedere a una casa.

Il problema non riguarda però solo la città catalana, come ha ricordato Valeria Racu, del sindacato inquilini di Madrid, secondo la quale il tema della casa è una questione fondamentale a livello globale, poiché riflette l’attuale tendenza capitalistica a «invadere ogni ambito della vita» smantellando diritti fondamentali come quelli a un’abitazione e a una vita degna.

Un problema internazionale che richiede quindi soluzioni internazionali, come sostenuto anche dal portavoce del sindacato inquilini della Catalunya Enric Aragonès, che nel concludere il congresso ha ricordato la necessità di organizzare la lotta degli inquilini su ampia scala, confrontandosi su metodi e obiettivi, così da contrastare i meccanismi globali di speculazione e sfruttamento.

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