A vent’anni dalla scomparsa di Gilberto Centi, personaggio emblematico della storia culturale bolognese e contemporanea, venerdì 11 Marzo alle ore 18.30 presso il Centro sociale e culturale Villa Paradiso verrà presentato il libro «Il diario dell’eroe»  con interventi di Vincenzo Bagnoli, Stefano Massari, Wu Ming 2, Antonio Bagnoli e l’accompagnamento musicale da parte di Cesare Ferioli (alla batteria) e Marzio “Mars” Manni (alla chitarra).

Chi era Gilberto Centi?

Sarebbe riduttivo definire Gilberto Centi unicamente un poeta, è stato molto più di questo: un pubblicista, un visionario, un pensatore radicale e reduce degli anni psicadelici.

Nato a Roma e cresciuto in gran parte a L’Aquila, dove dopo la scoperta della beat generation entrerà a fare parte del movimento dei giovani contestatori aquilani, il quale stile diventerà ben presto un modello di vita e una fonte di ispirazione per reading teatrali.

Dopo la corrispondenza epistolare nata dall’incontro con Silvano Bussotti, figura di spicco all’epoca, negli anni Settanta si trasferisce a Bologna in un sottotetto di una palazzina abitata da studenti fuorisede in Via del Fossato 19, quello che poi diventerà uno dei tanti punti di incontro e di riferimento del movimento bolognese. Tutti coloro che hanno collaborato negli anni con il poeta sono passati da qui, sia collaboratori in performance tatromusicali, ma anche inerenti alla poesia stessa.

Negli anni Ottanta Centi dà il via ad una serie di attività, quali ad esempio molteplici collaborazioni con radio private; inoltre in quel periodo prende finalmente l’iniziativa di pubblicare articoli in diverse riviste e periodici, citandone alcuni «Le porte» , nella rubrica «Pagina parta» , sul periodico trimestrale «Novantaseietre, foglio di Radio città del Capo» .

Con il passare del tempo l’esperto poeta diventa anche un noto critico e di conseguenza un punto di riferimento fondamentale per poeti bolognesi più o meno affermati.

Successivamente negli ultimi anni della sua vita, dopo una serie di iniziative da lui organizzate come «Il censimento dei Poeti», intraprende l’attività giornalistica in maniera più costante diventando redattore de «L’Unità»  e fondando una sua rivista intitolata «I novantanove nomi di» .

Gilberto Centi muore a L’Aquila, città nella quale ha passato gran parte della sua adolescenza, a causa di una male incurabile.