La Fondazione Magnani-Rocca, in collaborazione con Fundación MAPFRE di Madrid, organizza una mostra surreale su Joan Mirò nella meravigliosa Villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo, presso Parma.

Stefano Roffi cura la mostra su Mirò e i sogni prendono forma

Mirò «aspirava chiaramente al divino e la musica e la poesia erano le sue fonti di ispirazione. Talvolta le parole compaiono anche nei quadri, costituendo la loro chiave di lettura. Un rapporto fra pittura-musica-poesia che ben si accorda con gli interessi e la sensibilità di Luigi Magnani, fondatore della Magnani-Rocca», dice Roffi.
Dall’11 settembre al 12 dicembre 2021, si potranno ammirare le opere di Mirò. La Villa è accessibile dal martedì al venerdì, orario continuato dalle 10:00 alle 18:00 – la biglietteria chiude alle 17 – sabato, domenica e festivi orario continuato, dalle 10:00 alle 19:00 – la biglietteria chiude alle 18 –.

Come scriveva il poeta Jacques Prévert, Mirò era «Un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni», e infatti la Fondazione Magnani-Rocca – che tra le altre cose ospita anche opere di Tiziano, Rubens, Morandi, Van Dyck, Goya, Monet, Renoir, Cézanne, De Chirico, Burri e Canova – ha pensato per la mostra un percorso orchestrato come una partitura musicale. Ma non solo. Sarà possibile interrogarsi sul colore dei sogni dell’artista, attento alla sfera sensoriale-emozionale. Egli infatti, una volta affermò che «Una semplice pennellata può dare libertà e felicità», e infatti la sua arte è fondata su emozioni immediate. Il suo, è un modo di dipingere che tende all’astrazione, senza tralasciare le tracce del reale: un occhio, una mano, la luna. La sua pittura brilla di forti contrasti, linee sottili e soggetti allucinati e onirici.
Le opere esposte fra gli anni Trenta e gli anni Settanta sono per la maggior parte olio su tela. Si cercherà di evidenziare la sfida che l’artista operò nei confronti della pittura tradizionale, grazie a opere come «Cheveaux mis en fuite par un oiseau, dove Mirò letteralmente massacra la pittura comunemente intesa, con un certo parallelismo con l’Espressionismo americano nell’idea che la pittura dovesse essere un getto continuo scaturito da una profonda esplosione creativa, pur garantendo alle proprie forme una dirompente integrità individuale malgrado le metamorfosi subite», informa il curatore. Si avrà un occhio di riguardo per le opere degli ultimi decenni di vita di Mirò, con tele di formato consistente. Prepariamoci ad impallidire davanti alla bellezza poetica di Personnage et oiseaux devant le soleil e Personnage devant la lune. Troverà spazio perfino la strepitosa attività di illustratore di Mirò: settantadue le tavole a colori esposte in grandi teche.

Non resta che cogliere l’opportunità fornita dalla Fondazione Magnani-Rocca per esplorare le regioni dei sogni di Mirò, talvolta inaccessibili agli esseri umani, eppure mirabilmente dipinte da questo indimenticabile artista.

Maria Luisa Pasqualicchio

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