Il Cinema Ritrovato arriva a casa degli spettatori e diventa “Il Cinema Ritrovato fuori sala”, il nuovo progetto che la Cineteca di Bologna lancerà venerdì 18 dicembre, con il sostegno del Ministero per
i Beni e le Attività Culturali, della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna e del main partner Gruppo Hera. Ogni 30 giorni sarà presentato un nuovo programma composto da non meno di 15 film da vedere
in streaming su MYmovies, senza limiti di giorni o di orario, al costo di 15 euro (ridotto 12 euro per gli Amici della Cineteca di Bologna e i possessori della Card Cultura del Comune di Bologna).
Piccoli capolavori restaurati e grandi classici presentati da critici, registi, testimoni: “Il cinema ritrovato” è il nostro festival, è un approccio alla storia del cinema, è un metodo per guardare la
storia del cinema, “fuori sala” perché vogliamo ricordare che il cinema ritrovato vuole tornare in sala. Avevamo chiamato così gli appuntamenti da marzo scorso offerti solo sul web e questo è un passo ulteriore: ora siamo felici di poter offrire, dopo 36 anni, un festival non solo nelle sale, dove tornerà, ma anche sempre nelle case», spiega Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, insistendo sul fatto che “il web è oggi una sorta di grande cineteca, eppure non tutto è disponibile, anzi, la maggior parte della storia del cinema è introvabile, oltre che la visione è illegale e di ignobile qualità”.

“Il Cinema Ritrovato fuori sala”: il programma

Il Coronavirus ha impedito di recarsi fisicamente nelle sale cinematografiche, ma non ha avuto il poter di limitare la passione per il grande cinema: «abbiamo contato le ore di visione, dal primo festival di cinema, che è stato Bologna Biografilm, a oggi, sono state consumate oltre 300 mila ore di visione ed è un dato straordinario perché vuol dire cinema consumato online, film che in una situazione normale non avremmo mai visto online perché la maggior parte dei film non avrebbero avuto una distribuzione online e una distribuzione in Italia e sarebbero stati limitati alla visione sul territorio durante il festival», afferma Gianluca Guzzo di MYmovies. Nell’anno della pandemia, la classifica sulla qualità della vita 2020 piazza Bologna al primo posto e questa iniziativa, come tutte quelle legate alla cultura e al mondo dello spettacolo, lo dimostrano: in un periodo come questo dove, per la prima volta dal 1895, i cinema sono chiusi, la Cineteca di Bologna, oltre all’offerta “Io resto in Sala”, ha deciso di portare nelle case di tutti la sua esperienza del Cinema Ritrovato.

Il primo programma, che si inaugurerà venerdì 18 dicembre e sarà disponibile fino al 17 gennaio, vede un percorso accurato che tocca il cinema italiano degli anni Cinquanta (l’esordio nel 1950 di Federico Fellini a quattro mani con Alberto Lattuada, “Luci del varietà”; altro film del 1950, sempre a quattro mani, firmato dalla coppia Steno e Mario Monicelli, è “Vita da cani”; “Due soldi di speranza”, girato da Renato Castellani nel 1952), per passare a un omaggio a Marco Ferreri e Ugo Tognazzi con “Una storia moderna – L’ape regina e La donna scimmia” (e i suoi finali censurati). Immancabile, poi, il nume tutelare Charlie Chaplin con “The Gold Rush – La febbre dell’oro” e “City Lights – Luci della città”.

Un film francese da riscoprire è “Le Plaisir” di Max Ophüls, da Guy de Maupassant con Jean Gabin. Ancora, di nuovo Jean Gabin nel noir dalla penna di Georges Simenon, “La verità su Bèbé Donge”,firmato da Henri Decoin. Poi, un manuale del colore come “Moulin Rouge” diretto da John Huston nel 1952, biografia del pittore Toulouse-Lautrec nella mitica Parigi della Belle Époque.Due rarità dall’edizione 2020 del festival Il Cinema Ritrovato: “Ich war neunzehn”, forse il film tedesco più autentico sugli ultimi giorni di guerra, diretto da Konrad Wolf alla fine degli anni Sessanta, e “Chess of the Wind” di Mohammad Reza Aslani, uno dei film più emblematici della storia del cinema d’autore iraniano, straordinario recupero di un film invisibile dalla sua realizzazione nel 1976.

Alcune incursioni nel cinema documentario, dai meravigliosi lavori di Vittorio De Seta dedicati all’Italia rurale della seconda metà degli anni Cinquanta, alla Grande Mela degli anni Sessanta raccontata da Gideon Bachmann nel suo “Underground New York” o da Martin Scorsese nel suo recente “The 50 Year Argument. The New York Review of Books”.“Life Is but a Dream” dell’italiana Margherita Pescetti, vincitrice del premio per il “Miglior documentario all’ultima edizione del festival Visioni Italiane”, ci porta, invece, nei territori occupati dai coloni israeliani. Infine, una delle più belle sorprese della stagione cinematografica 2018, “Visages Villages”dell’inedita coppia JR e Agnès Varda e molto altro ancora. «C’è anche una libertà in questa proposta della piattaforma che sarebbe impensabile all’interno di
altri progetti: è una proposta culturale in cui se una presentazione è troppo lunga non la tagliamo,anzi è un punto di forza della proposta, un punto di unicità, non ci spaventiamo a mostrare dei film
muti che sono addirittura cortometraggi, dei film di archivio di cui non conosciamo nemmeno il regista o addirittura presentare un film della Germania dell’est. Non siamo preoccupati. Ci sarà meno pubblico per quei titoli? Non è un problema! È la ricchezza, è la varietà e l’unicità della proposta che rende questo progetto così particolare», conclude Gian Luca Farinelli.

Rosarianna Romano

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