Dopo i problemi legati all’appalto e la chiusura per l’inadeguatezza delle strutture, la Prefettura presenta un bando per la gestione del Cie di via Mattei. Sconciaforni: “Struttura inumana, occorre mobilitarsi perché non riapra”.
Il Centro di Identificazione ed Espulsione di via Mattei a Bologna potrebbe riaprire. Lo si intuisce dal bando per la sua gestione predisposto dalla Prefettura, che potrebbe essere operativo da gennaio, dopo la chiusura dei mesi scorsi.
La vicenda che ha portato alla chiusura della struttura è piuttosto tormentata. Da un lato i problemi finanziari del Consorzio Oasi, vincitore del precedente appalto al ribasso. La somma messa a disposizione era talmente esigua che l’azienda non riusciva a pagare gli stipendi dei lavoratori, né a garantire alcuni servizi di assistenza e sostegno ai migranti reclusi.
Dall’altro l’inadeguatezza delle strutture che, come hanno testimoniato decine di visite di parlamentari e garanti, costringevano gli ospiti a condizioni inumane.
Dopo la chiusura di alcuni mesi e lavori di adeguamento, il Cie bolognese potrebbe dunque riaprire, anche se in questi mesi si sono moltiplicate le voci contrarie, sia da associazioni e sindacati che dalla politica.
Il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Roberto Sconciaforni ha presentato un’interpellanza all’assessore regionale al Welfare Teresa Marzocchi, la quale ha anche scritto al Prefetto per confermare la contrarietà di viale Aldo Moro all’ipotesi di riattivare il centro.
“Il problema – spiega Sconciaforni – è che l’unico titolato a prendere provvedimenti in materia è il ministero dell’Interno”.
Su questo fronte, in risposta ad un’interrogazione della deputata Pd Sandra Zampa, il sottosegretario Domenico Manzione ha ammesso che occorre rivedere i criteri di gestione e funzionamento della struttura.
Il consigliere regionale, però, non è soddisfatto e punta il dito contro il governo: “Dopo Lampedusa, tante parole ma nessun fatto concreto che segni un’inversione di rotta nelle politiche migratorie”.
Secondo Sconciaforni, inoltre, il nuovo bando predisposto dalla Prefettura ricalca il precedente e, dunque, “sarà destinato ad originare gli stessi problemi e risulterà fallimentare”.
L’esponente di Rifondazione, infine, invita tutti alla mobilitazione. “Se è vero che solo il ministero degli Interni può intervenire, questo non significa che noi dobbiamo restare con le mani in mano. Serve una mobilitazione di tutti affinché quella struttura disumana non venga riaperta”.