Previsto il 23 giugno, il Bologna Pride, la parata dell’orgoglio lgbtqi – quest’anno col motto “Corpi R-esistenti” – slitta al 7 luglio per non intralciare la performance dell’artista marocchino Taoufiq Izeddiou all’interno di un progetto ERT. Il presidente del Cassero Vincenzo Branà: “Non volevamo fare un atto di sopraffazione di altre pratiche, che meritano invece tutta la nostra attenzione e condivisione”.

Bologna Pride lascia spazio a Taoufiq Izeddiou

Bologna Pride, la parata dell’orgoglio lgbtqi che ogni anno si tiene nella nostra città, non si svolgerà il 23 giugno come inizialmente ipotizzato, ma slitta al 7 luglio. Lo comunica il Comitato Pride, che riunisce la ventina di realtà associative organizzatrici dell’evento, spiegando che la decisione è maturata dopo un’interlocuzione con Emilia Romagna Teatro, che proprio il 23 giugno porterà a Bologna la performance “Cent Pas Presque” del coreografo marocchino Taoufiq Izeddiou. La performance rappresenta un invito a interrompere per 60 minuti il flusso regolare della vita nella città, rallentando i movimenti, i gesti, lo sguardo e adottando un ritmo diverso, che permetta una diversa percezione del corpo, dello spazio e del tempo e delle azioni della vita urbana.

Il Comitato Pride, ha intravisto nella sovrapposizione il pericolo che “mettesse in contrapposizione due istanze che in realtà, nelle intenzioni, godono di un reciproco sostegno e puntano al medesimo obiettivo”. La performance di Izeddiou, infatti, richiama alla riflessione sul “diritto alla città“, che è sempre stato un punto del documento del Bologna Pride, inteso come diritto a spazio pubblico, servizi, opportunità, relazioni.
La parata, scrive il Comitato, avrebbe rappresentato “una cannibalizzazione, seppur involontaria, di quella presa di parola. Un fatto per noi politicamente inaccettabile e assolutamente contraddittorio, che avrebbe trasformato il nostro attraversamento dello spazio pubblico in un atto muscolare di sopraffazione di altre pratiche, che meritano invece tutta la nostra attenzione e condivisione”.

Il Bologna Pride, dunque, rappresenta sempre più una manifestazione che funge da collettore di varie istanze, quella della comunità lgbtqi in primis, ma anche quelle di migranti, senza fissa dimora e altre categorie. “Del resto – osserva Vincenzo Branà, presidente del Cassero, ai nostri microfoni – il claim di quest’anno è ‘Corpi R’esistenti’ e vuole essere un invito a collettivizzare le istanze. Allargare i propri orizzonti vuol dire anche farsi carico di problemi come quello che abbiamo incontrato quest’anno” con il rischio della sovrapposizione.
Lo slittamento della parata, quindi, consentirà alla comunità lgbtqi di partecipare alla performance del 23 giugno e alla comunità migrante di unirsi al Bologna Pride il 7 luglio.

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