I Sycamore Age un band dal sound fine, dopo la pubblicazione dell’album “Castaway” nel 2020, quest’anno tornano dal vivo con un tour. Non mancheranno a Bologna al Freakout il 5 dicembre.

Castaway: la quiete dopo la pandemia

I Sycamore Age sono una gruppo musicale multiforme, che hanno unito la singolarità e il background di ogni componente, per creare uno stile proprio che li rendesse unici. Il loro punto di forza è il lavoro sul sound, in cui incorporano generi diversi sotto un unico fil rouge musicale. Francesco Chimenti, Franco Pratesi, Daniel Boeke, Stefano Amerigo Santoni e Luca Cherubini Celli sono i protagonisti di questa band in salita che dopo, come suggerisce il titolo dell’album stesso “Castaway”, il naufragio dovuta alla pandemia, finalmente tornano sulla scena dei palchi con concerti live e uno di questi sarà il 5 Dicembre al Freakout. Il tour sarà sul loro album “Castaway” uscito il 19 dicembre nel 2020, il terzo dopo “Perfect Laughter” e “Sycamore Age”. L’album contiene 8 tracce che ti trascinano come un fiume tra i diversi temi trattati, come la solitudine, la confusione, il buio, la frenesia della realtà, le relazioni, un imperativo che ti porta a guardare dentro di te, sono una pura narrazione poetica tra note e un incredibile metissage musicale. L’arte dei Sycamore Age non si limita solo alla composizione dei brani, ma anche alla performance sul palco che è unica e speciale, perchè ha quel componente in più che la rende tale con cui empatizzare: il pubblico.

«La versione live è molto importante, per noi è sempre stata la parte live rispetto al disco, il punto clou, chiaramente per molte band e vorremmo riportare questa cosa, solo il disco è solo una piccola parte del lavoro che è dietro alla band, al sound della band. Poi noi in particolare abbiamo proprio un lavoro doppio, un lavoro duale tra il lavoro in studio che è più intimo, più cerebrale mentre quello in live è più sanguigno, più energico. Si nota nel nostro caso la differenza tra queste due forme di espressioni, la scrittura in studio e il lavoro di preparazione dietro al live e la presentazione del live stesso» raccontano i ragazzi della band.


Il loro lavoro a questo album è stato veramente dettagliato e ce lo raccontano loro «Abbiamo sempre voluto, comunque, lavorare al disco dall’inizio alla fine, avere in mano tutta la produzione quindi non ci siamo mai appoggiati a studi esterni, chiaramente è un lavoro molto lungo e meticoloso; che delle volte ci porta a metterci veramente anche un anno e mezzo o due a fare un disco con i nostri metodi, le nostre attrezzature. Però diciamo è questo il modo in cui ci piace far nascere un album, lavorare in sala tra di noi, registrare poi fare tutto in casa […] viene un pò il risultato, di tutto quanto, nel momento in cui lo portiamo in sala prove, per, appunto, dare una versione, un aspetto, un vestito live a questi stessi brani» Il live per la band è un momento significativo perché «molte volte stravolgiamo i pezzi, in base a dove li presentiamo, cerchiamo di vestirli nel modo migliore» ci spiegano i ragazzi senza spoilerare nulla perchè live così sono da vivere non da raccontare.

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