Oltre 18 mesi per ottenere un permesso di soggiorno, nessun progetto di inserimento sociale, nessuna garanzia sul proprio futuro in Italia, ma solo una certezza: il 28 febbraio si conclude anche l’accoglienza miserabile di questi due anni.
Dopo la mobilitazione per partecipare alla Cabina di Regia regionale lo scorso 20 dicembre, questa mattina i 130 migranti nigeriani alloggiati da mesi in uno stabile fatiscente gestito dalla Croce Rossa nell’ambito della cosiddetta Emergenza ENA sono saliti nell’ufficio della Croce Rossa Italiana (CRI) presso i Prati di Caprara per protestare con il responsabile della struttura chiedendogli conto della promessa di interpellare la prefettura per il rilascio del titolo di viaggio, documento equipollente al passaporto necessario per poter godere della libertà di circolazione nell’area europea.
Esasperati dai continui rinvii e dalle risposte vaghe ed inconsistenti ricevute dal Sindaco Merola e dall’Assessore regionale Marzocchi, i migranti hanno chiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine per denunciare lo stato di abbandono in cui si trovano da 20 mesi, chiedendo loro di far rispettare alla CRI gli impegni presi con la stipula della convenzione per la strttura di accoglienza.
Dopo l’intervento degli agenti della Questura è finalmente giunto sul posto il responsabile della CRI, Michele Camurati, a lungo irreperibile e solitamente non disponibile ad incontrare i migranti. Di fronte alle proteste e alle istanze sollevate, Camurati ha declinato ogni responsabilità; è stata allora formata una ristretta delegazione che si è recata in Prefettura dove hanno incontrato un funzionario facente funzioni di vice-prefetto, a acui è stato chiesto di provvedere al rilascio dei titoli di viaggio e all’erogazione di un contributo di uscita idoneo a sostenere le spese per una sistemazione alloggiativa dopo il 28 febbraio.
Il funzionario della Prefettura ha dichiarato che si attiverà presso la Questura per il rilascio del titolo di soggiorno, promettendo che entro la fine della prossima settima i migranti sarebbero stati convocati per la consegna. “Un impegno che deve trasformarsi in realtà, dicono i migranti, altrimenti continueremo la mobilitazione e torneremo in Prefettura finché non si capirà cosa succede dopo il 28 febbraio”.
I rifugiati consegnano al responsabile della struttura CRI l’assegno di 3 milioni di euro erogati dallo Stato Italiano alla CRI, protestando perché non hanno beneficiato di nessun servizio
Fonte: MeltingPot.org