R’nb, hip hop, funky, reggae, soul, elettronica o trap sono tutte categorie che potremmo appiccicare alla musicalità del duo veneziano, ma è meglio non metterne nessuna. I due, Lorenzo Battistel e Sara Santi, non amano le definizioni, «le etichette ci stanno strette» avvertono quindi preferiscono essere raccontati come fluidi e non binari, in opposizione alle descrizioni dicotomiche che vedono solo il bianco e il nero e non permettono di cogliere le sfumature, sia nella musica come nella vita. Esprimersi nella più totale libertà, senza barriere fa parte della loro identità, si ritrovano «in uno spettro senza voler andare per forza agli estremi e navigando nel mezzo, lasciandosi ispirare da tutto quello che capita – afferma Sara – ed è per questo che non vogliamo fregiarci di nessuna etichetta perché non vogliamo imporci nessuna limitazione nel flusso creativo».

Queen of Saba, il mistero e l’esotismo nell’incontro dei musicisti

Il nome del duo si rifà a un evento biblico, descritto nel Cantico dei Canti, nel quale si narra della regina di Saba che si mise in viaggio verso Israele per conoscere il saggio Salomone. «Quindi il mistero e l’esotismo della regina di Saba, e la razionalità del re Salomone, sono la rappresentazione dell’unione delle nostre due personalità. Sicuramente Sara ha quella parte molto più libera e poco organizzata mentre io cerco di renderla razionale», ci spiega Lorenzo.

Tutto ciò che passa loro sotto il naso diventa ispirazione. I loro background sono diversi: Lorenzo ha un passato da percussionista classico e una laurea al conservatorio, con interessi musicali che tendono verso il reggae, lo ska e la musica latino americana, mentre Sara è più per il blues, il jazz e la musica elettronica. Non disdegnano nemmeno il pop, soprattutto alcuni artisti come Billie Eilish o Dua Lipa «che sono molto main stream ma hanno molto da insegnare». Tutto questo meltinpot si sente e ci piace.

Il loro ultimo singolo “Chiodo Fisso”, parte da un ritmo soul per sfociare quasi nella trap. Sara lo definisce come «un esperimento», prima di tutto linguistico, vista la continua allitterazione della S, lettera solitamente ripudiata negli studi di registrazione, e poi musicale visto che era la prima volta che il duo si spingeva verso l’ hiphop e la trap. Nonostante il ritmo leggero e spensierato, la canzone parla di un cuore spezzato e, partendo da questi sentimenti negativi di frustrazione e incomunicabilità, li trasforma in questo dialogo immaginario con la persona che non corrisponde l’amore. «È un una presa in giro – continua Sara – c’è molta autoironia, ma allo stesso tempo nasconde un messaggio di voglia di venire apprezzati per quello che si è». Il messaggio è: state bene, non annullatevi per nessuno perché non c’è vergogna nel perdere in amore, ma non fatevi male se qualcuno non vi vuole.

ASCOLTA CHIODO FISSO:

Non solo musicisti, ma anche fondatori dell’etichetta indipendente “La colletta dischi”. Che nasce con l’intento di fare squadra per aiutarsi tra artisti del territorio. Già prima «bisognava sbattersi» per fare e produrre musica, ma ora mancano i concerti che erano una valvola di sfogo psicologico ed economico. Secondo Lorenzo «ora la cosa peggiore è il fatto che questo sfogo sta avvenendo su internet con le pubblicazioni quindi è difficile, anche perché si pensa che non siamo più musicisti, ma creatori di contenuti social e basta». Per questo lancia un appello alle Istituzioni augurandosi che comprendano che la musica ha un ruolo fondamentale nella vita di tutti e che la sua ricchezza non sta solo nei grandi artisti, ma anche nelle piccole realtà che non sono mai valorizzate.

ASCOLTA L’INTERVISTA DI CARLOTTA CURTI AI QUEEN OF SABA: