Soffia forte il volto della propaganda bellica e non passa giorno che un editorialista italiano non attacchi i pacifisti, accusandoli di essere filo-Putin o addirittura terrapiattisti. Buona parte della stampa italiana ha abbandonato l’informazione indossando l’elmetto e facendo da megafono a chi vuole esarcerbare la guerra. Ciononostante continua ad esserci chi si oppone alla retorica bellicista e rifiuta di contribuire al massacro del popolo ucraino. L’ultimo caso è quello dei lavoratori dell’aeroporto civile di Pisa, il Galileo Galilei, che si sono rifiutati di eseguire un carico spacciato per aiuti umanitari ma contenente armi e munizioni.

All’aeroporto di Pisa i lavoratori rifiutano di imbarcare armi spacciate per aiuti umanitari

La guerra in Ucraina continua ad essere una guerra per procura. Anche se formalmente la Nato e l’Europa non fanno parte del conflitto, l’invio di armi e l’addestramento offerto a Kiev vedono coinvolti i Paesi occidentali. Ma le cose potrebbero cambiare in peggio perché, come rivelato ieri da Rifondazione Comunista con la diffusione di una circolare dello Stato Maggiore, l’esercito italiano si sta preparando a combattere.
Sempre ieri l’Unione Sindacale di Base di Pisa ha denunciato quanto accaduto sabato scorso nello scalo civile della città. Nonostante nel vicino aeroporto militare continuino a partire armi destinate all’Ucraina, anche dal Galileo Galilei avrebbe dovuto partire un carico contenente munizioni ed esplosivi, mascherati da aiuti umanitari.

In particolare, sabato scorso ai lavoratori addetti al carico nel Cargo Village dell’aeroporto di Pisa è stato chiesto di caricare un aereo che avrebbe trasportato aiuti umanitari. Ma, trovatisi davanti ad armi e munizioni, si sono rifiutati di effettuare il lavoro e hanno contattato il sindacato, che ha denunciato la cosa.
Non è la prima volta che dei lavoratori rifiutano di contribuire all’invio di materiale di morte. Negli anni scorsi i portuali di Genova avevano bloccato il porto per fermare una nave contenente armamenti e tecnologie militari destinati all’Arabia Saudita, coinvolta nella guerra in Yemen.

«Non solo il carico di armi e munizioni non rientra nelle mansioni dei lavoratori dell’aeroporto di Pisa – ha affermato Cinzia dell’Usb di Pisa ai microfoni di Radio Onda d’Urto – ma noi siamo contrari alla guerra».
Alla luce di quanto accaduto, la stessa Usb ha deciso di spostare la manifestazione contro la guerra di sabato prossimo, 19 marzo. Inizialmente prevista davanti all’aeroporto militare di Pisa, la manifestazione comincerà davanti all’aeroporto Civile.

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