Il calendario scolastico 2023/2024 ufficializzato ieri dalla Regione Emilia-Romagna non piace ai genitori della Consulta Cinnica. In particolare, la prima campanella suonerà il 15 settembre, che è un venerdì, mentre l’ultima sarà il 6 giugno che è un giovedì. Per Cinnica iniziare l’anno scolastico di venerdì non tiene conto delle esigenze delle famiglie, così come una sospensione estiva della didattica di 15 settimane consecutive complica la vita dei genitori, che chiedono una riforma dello stesso calendario.

Calendario scolastico, per Cinnica serve una riforma che sostenga le famiglie

La riapertura delle scuole di venerdì, si legge nel comunicato di Cinnica, «rappresenta l’ennesimo prevedibile schiaffo che le famiglie devono sostenere nella gestione dei loro bambini e delle loro bambine durante i mesi estivi». L’attesa riflessione che si è sviluppata in occasione della pianificazione dei centri estivi, che avrebbe rimesso mano allo stesso calendario scolastico, non sembra esserci stata e le famiglie si trovano a fronteggiare problemi che riguardano l’affidamento di figlie e figli e l’incrocio con permessi o giorni di ferie da chiedere al lavoro.

«Ci sembrava che a fronte di una pausa estiva molto lunga – osserva ai nostri microfoni Chiara Gius di Cinnica – fosse da tenere in considerazione la possibilità di anticipare di qualche giorno l’inizio delle lezioni per fare in modo che cadesse ad inizio settimana al fine di agevolare le famiglie che già si trovano ad affrontare un lungo periodo di sospensione della didattica». Il problema non riguarda solo il prossimo anno scolastico, ma Cinnica chiede che venga immaginata una riforma dell’intero calendario scolastico, che distribuisca in modo diverso la sospensione delle lezioni.

Non tutte le persone, infatti, hanno la possibilità di mandare i propri figli ai centri estivi e conciliare il lavoro con la genitorialità è un’impresa sempre più faticosa al giorno d’oggi. «È necessario pensare a una riforma del calendario scolastico che tenga in considerazione che una sospensione della didattica di 15 settimane non sono affrontabili nelle condizioni dell’economia attuale – sottolinea Gius – Non si può parlare di lavoro femminile, non si può parlare di sostegno alle famiglie se non si comincia a prendere concretamente in considerazione questa difficoltà che presenta la genitorialità in Italia».

L’esponente di Cinnica cita il caso francese, dove le lezioni sono sospese tutti i mercoledì, ma le scuole restano aperte grazie a cooperative e società sportive, in modo che alunne ed alunni abbiano comunque un posto in cui stare. Una soluzione sicuramente meno impegnativa dal punto di vista organizzativo rispetto alla pianificazione dei centri estivi. Ma quello francese è solo uno dei possibili esempi di riorganizzazione del calendario scolastico che va incontro alle necessità delle famiglie. Per Cinnica, infatti, sarebbero auspicabili servizi innovativi di welfare che non costringano le famiglie a faticosi incastri per la gestione dei figli.

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