C’è chi ci sperava ma è rimasto deluso: da Bologna al Governo in tanti sono rimasti con un pugno di mosche: molti i chiamati e pochi…i (non) eletti!

Il vostro Etrusco, per rafforzarsi nella convinzione che piuttosto che ritornare nella decadente città che anticamente gli dette i natali è assai preferibile rimanere sepolto all’ombra delle querce che potenti e frondose  donano riparo alle sperdute necropoli maremmane, si sottopone di tanto in tanto alla lettura delle cronache bolognesi. E infatti….

 Il giorno prima della nomina dei Sottosegretari del Governo Renzi (che alcuni media  chiamano già “primo” perché, stante la giovane età del quarantenne “ragazzo” fiorentino e la tradizione gerontocratica italiana, si prevedono almeno altri 7/8 governi Renzi nei prossimi 40 anni) le cronache bolognesi  davano per scontata la presenza tra i prescelti di due illustri concittadini. Si affermava che uno di questi due addirittura avesse battuto sul filo di lana la concorrenza di un’altra autorevole candidata anche lei bolognese. Gli articolisti erano talmente sicuri del loro dire che parevano già chiamare il popolo in piazza Maggiore per festeggiare l’avvento al Governo di altri due petroniani DOC. Che si sarebbero aggiunti a Poletti (l’ indiscusso capofila della famosa serie di dirigenti cooperativi denominata “soccmel che manager!”) nonché alla Guidi e a Galletti che in qualità di Ministri così fortemente già caratterizzavano il Governo, soprattutto a sinistra.

E invece, il giorno dopo, a nomine avvenute, si è dovuto prendere atto con sommo stupore che nulla di tutto ciò era vero. Non c’erano, semplicemente! Né quei due, né quella che uno di loro avrebbe all’ultimo trombato. Eppure non si può certo dire che non avessero le carte in regola per aspirare a quelle prestigiose poltrone.Si trattava infatti, nientedimeno, che di Andrea De Maria e Francesca Puglisi, mentre la trombata da De Maria (figurativamente, ci mancherebbe!) era addirittura la Donata Lenzi. Tre politici, come ben si sa, che nulla debbono, per il loro essere oggi in Parlamento, alle liste bloccate compilate dalle segreterie del partito;  anzi, se solo fosse stata data al popolo la possibilità di esprimere delle preferenze, ne avrebbero fatto man bassa, per i loro trascorsi e la conseguente loro indiscussa popolarità.

Che dire infatti di De Maria, l’ex segretario di federazione che era riuscito a contenere il crollo degli iscritti durante il suo mandato, facendo in modo che tal numero ne uscisse soltanto dimezzato? E che aveva sostenuto entusiasticamente, dalla sua irrilevante posizione, la vittoria di Delbono alle primarie per il Sindaco di Bologna, entusiasmo peraltro per sempre immortalato dalla foto che ancora gira e rigira su face book e che li vede stretti in un ilare abbraccio, tanto ilare che viene spesso ingiustamente titolata dai detrattori “risus abundat in ore stultorum”? Sostegno che poi si era rivelato giusto alla luce della netta vittoria conseguita alle amministrative dal professore innamorato di Capri.

E che dire poi di Francesca Puglisi, “franceschiniana della prima ora” (!?!) dopo essere stata da sempre bersaniana dell’ora precedente, e comunque già nota ai suoi concittadini per i suoi trascorsi al servizio in qualità di stretta collaboratrice esperta di marketing (attenzione a dove mettete l’accento) dell’indimenticata e indimenticabile assessora alla cultura Marina Deserti?

E infine che dire della Donata Lenzi, colei che secondo le indiscrezioni sarebbe stata trombata da De Maria sul filo di lana (altro che Kamashutra!) personaggio assai popolare a Bologna soprattutto in ambiente sindacale per la sua indomita propensione alla lotta in difesa dei diritti dei lavoratori, tanto da essere comunemente conosciuta, per le sue frequentazioni, con l’appellativo di  “pasionaria di via Altabella?”

Veramente incomprensibile la scelta operata da Renzi nell’escludere dal novero dei suoi collaboratori persone che avevano peraltro già subito, solo pochi giorni prima e sempre ad opera sua, il grave torto dell’esclusione dalla segreteria nazionale, come il De Maria e la Lenzi, o addirittura della loro cacciata dall’alto consesso del partito democratico come accaduto alla Puglisi, già reponsabile dell’Istruzione con Bersani prima della sua folgorazione sulla via di Damasco (se non per Dio Onnipotente, almeno per  Renzi che è quasi lo stesso).

I casi sono due: o il giovin segretario premier pecca gravemente di irriconoscenza oppure, e questa sarebbe una bella notizia, avrà magari tanti difetti, ma almeno si avvale di un’efficace rete di informatori, quantomeno da Bologna…. A differenza di quei giornalisti che si fanno raggirare come polli da informatori troppo direttamente interessati per non essere prontamente identificabili.

Il vostro maligno e dietrologo Etrusco