I Black Veils, trio tra il post-punk e la synth-wave anni ’80, presenteranno stasera al Mikasa Club di Via Emilio Zago 14 a Bologna il loro primo album, “Blossom“.

Impossibile non coglierne le influenze: dai Joy Division agli Smiths, passando ovviamente per i Cure e i Chameleons. La base è un tipico giro di basso che parte dalle viscere e raggiunge le sonorità più pulite della chitarra e dei synth. Conclude il quadro la voce di Gregor Samsa, che viaggia tra il cantato alla Morrisey e la declamazione teatrale.

Dalla scelta di scrivere in inglese alla dedica a David Michael Bunting dei Current93, fonte di grande ispirazione per il cantante, “Blossom è un simbolo di rinascita, sia musicale che personale“, ci dice Greg, anche perché front-man e bassista (Filippo Scalzo) facevano originariamente parte di un altro gruppo, per poi formare, nel 2013, i Black Veils insieme a Mario. E’ un disco eterogeneo di dieci tracce, il cui comun denominatore è la sintonia tra i membri della band. “Un pezzo nasce in maniera istantanea, quasi istintiva“, ci racconta Mario D’Anelli, chitarrista del gruppo.

L’album era già stato annunciato precedentemente dalla pubblicazione del primo singolo estratto, “Army of Illusion. Pt. 1“, ultimo brano scritto dai tre e perfettamente riassuntivo del loro stile dark-wave. E’ un brano che richiede di essere ascoltato più volte, anche perché la sua struttura non si basa su un ritmo contingente, a differenza di brani più ballabili come “A Prayer“e “The Fall“, ma su uno più contemplativo. A detta dei componenti, è la traccia simbolo della loro alchimia. Tuttavia, per ascoltare la seconda parte di questo brano, dovremo aspettare l’uscita del prossimo album, già in fase di lavorazione.

Nel frattempo, godiamoci il loro concerto di presentazione dell’album, stasera alle 22 presso il Mikasa Club in occasione della prima Atmosphere Night .

Ilaria Ballerini