Il presidente francese da il suo avvallo (scontato) alla Torino-Lione, mentre a Lione i manifestanti sono accerchiati da un dispiegamento impressionante di forze dell’ordine. Un migliaio gli attivisti in piazza, nonostante i blocchi e le perquisizioni.
“Era un appoggio scontato, nessuno si immaginava il contrario”. È in questo modo che i No Tav hanno commentato l’avvallo del presidente francese François Hollande alla linea ferroviaria Torino-Lione del Tav.
Eppure, pochi giorni dopo il suo insediamento, Hollande aveva espresso perplessità sul progetto, sia per quanto riguarda la sua reale utilità (il traffico ferroviario su quella tratta è in calo da anni), sia per l’ingente impegno economico, che in tempi di crisi diventa significativo.
Il capo dell’Eliseo, però, ci ha ripensato e in presenza del premier italiano ha sostenuto la valenza europea dell’opera.
In realtà il vertice italo-francece aveva anche altri scopi. A Lione sono infatti stati siglati altri cinque accordi più sostanziosi. I ministri dell’Interno, Anna Maria Cancellieri e Manuel Valls, hanno firmato un accordo per la cooperazione di polizia fra Italia e Francia; i responsabili della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola e Jean-Yves Le Drian, hanno siglato un’analogo patto fra eserciti; i responsabili di Istruzione e Ricerca, Francesco Profumo e Genevieve Fioraso, hanno firmato un accordo per la cooperazione nel settore dell’insegnamento superiore, della ricerca e dell’innovazione, tutti nel segno della scuola-azienda; i ministri di Infrastrutture e Trasporti, Mario Ciaccia e Frederic Cuvillier, hanno firmato accordi per la modifica del tunnel stradale del Frejus.
Un migliaio, invece, i No Tav italiani e francesi che hanno sfidato i mille bastoni che i due governi hanno voluto mettere nelle ruote del movimento anti-alta velocità. Organizzato anche un presidio spontaneo, con la polizia francese che fa ampio ricorso agli spray al peperoncino. Blocchi e controlli asfissianti ai 13 pullman italiani si sono verificati per tutto il giorno alle frontiere. A Lione, dove monti e 7 ministri sono giunti poco fa, l’accoglienza non è molto differente da quella riservata ai NoTav in Valle di Susa: la zona del vertice è diventata un fortino, completamente blindata da reti di protezione, cannoni ad acqua posti a difesa del meeting insieme a decine di camionette della Crs, le unità antisommossa di Parigi.