Un travolgente concerto, un vortice di emozioni, un viaggio nel paese delle meraviglie della musica. Il Torrione oltre che suggestiva cornice, diventa dimensione magica, carica della simbologia sonora più eterogenea e accoglie Hobby Horse, una formazione che stravolgerà piacevolmente ogni regola.

Come per assicurare un atterraggio morbido, le sonorità di Hobby Horse iniziano con dei tappeti di elettronica rassicuranti, analogici, un accenno di “droning music” che lascia intendere all’abbandono di ogni sorta di “pregiudizio” stilistico, e il viaggio comincia…

Dan Kinzelman, come se “Alice in wonderland” fosse nel corpo di una “prima scelta” NCAA da North Carolina, bando a paragoni fantasiosi (beh del resto si addicono al filiforme compositore), parliamo della voracità e curiosità, caratteristiche che appartengono a tutti i componenti del progetto Hobby Horse.

Voracità di musica originale, quasi veramente fosse il Torrione l’antro di una magica fiaba, dove i personaggi si rincorrono, si fermano, si confondono e queste sensazioni vengono trasmesse assolutamente. Gli spazi sono ampi e con lo sguardo vogliamo vedere i protagonisti di questa favola da ogni settore del Jazz Club, la forza è talmente ipnotica che come un prisma sembra irradiarsi anche fisicamente.

Happy go lucky local, gli incontri del lunedì..(e che incontri!), un lunedì di metà marzo, ma sembra inverno pieno e allora ci buttiamo nel vortice, cadiamo nella “Tana del Bianconiglio” piacevolmente. Parliamo con le emozioni perchè l’originalità di Hobby Horse è talmente intensa e così proiettata in avanti che è difficile dire….Thelonious Monk o Robert Wyatt…piuttosto parliamo di quel “Weird folk” della West Coast dei primi anni 2000, quel “Hip Hop bianco” della Anticon dei cLouddead, assieme alle sonorità poliritmiche dai groove imbizzarriti della AACM, avanguardia pura “post free”, grande musica, grande serata.

Dan Kinzelman, un pivot del futuro, gioca duro col sorriso sulle labbra, “le prende e le dà”, e sorride non perde un attimo il filo conduttore che anche quando è più perverso lui da vero “fachiro” del suono riesce a domare con maestria e sicurezza, siamo tutti ad ascoltare questa “fiaba” e tutti i protagonisti ce la rendono incredibile,nalla batteria Stefano Tamborrino “gioca con i dischi piccoli”, ma non pensate a un “noise” ciarliero, e autocelebrativo, tuttaltro fa parte di una scrittura che prevede anche “Loop, editing improvvisi, vinili a 45 giri, synth……” che bellezza ascoltare un concerto, anche di musica elettronica e non vedere un computer sul palco……

La ritmica di basso e batteria, sono energici e completi nella loro poliritmia, e tutti i componenti anche un ispirato Joe Rehmer al contrabbasso, avrà il suo da fare non solo nella parte acustica , ma anche elettronica per sostenere con potenza le melodie astratte di un Klinzeman che senza limiti oscilla fra Sax tenore e clarinetto, campionando loop e voci, perdendosi in “weird” spoken word che ci indicano la strada di una poesia del futuro.

Beh anche il lettore più distratto, avrà capito che non si tratta di Easy Listening, ma posso assicurare che l’appetito vien mangiando e quando arriviamo al termine di questa avventura, ne vogliamo ancora. Dan Klinzeman assicura che capisce, se noi non vogliamo i suoi dischi… ma in caso contrario ci dice dove trovarli… in realtà vorremmo ricominciare a viaggiare con loro, già da subito e ci viene concesso il Bis, la voglia di godere ancora di queste “ipnotiche” sonorità, la dice lunga e mi fa concludere pensando che stavolta guardando avanti quindi…..Succederà solo a Ferrara, succederà solo al Torrione… ma mica finisce qua…

Un lunedì magico, “Oltre lo specchio” e allora ci spostiamo e ci godiamo in conclusione le Jam session di “The Unreal Book“, giovani musicisti che si confrontano con le musiche di John Zorn e Tim Berne, tanto per dirne alcuni, guidati sapientemente da Piero Bittolo Bon, troviamo un entusiasmo e una voglia appunto di guardare al futuro della musica con occhi lucidi di emozione.

Ricordando che il calore umano e l’accoglienza al Jazz Club Torrione di Ferrara, sono un infinito valore aggiunto e la sensibilità di parlare e vivere il Jazz, o la musica di grande spessore, senza farla cadere dall’alto, ma semplicemente per ascoltare e conoscere qualcosa di nuovo, con competenza, passione ed entusiasmo.

Concludo dicendo che al lunedì, si viene accolti dalle selezioni Jazz’n groove di un ispirato e attento Dj Andreino e da un gustosissimo e variegato buffett per un eccellente aperitivo, dalla cortesia e dall’ospitalità di uno staff all’altezza della grande musica che possiamo ascoltare al Torrione.

Happy go lucky local, il lunedì del Torrione…un bel modo di iniziare la settimana.   Grazie a presto

                                                                                William Piana

Ascolta l’intervista a Dan Kinzelman: