L’autostazione di Bologna è da oggi il nuovo hub per l’accoglienza dei profughi ucraini. Lo annuncia in conferenza stampa il sindaco Matteo Lepore, che assieme ai giornalisti ha visitato i locali scelti per sostituire il vecchio centro di Piazza XX settembre. La struttura temporanea usata finora per distribuire le tessere sanitarie, fare tamponi e mettere in contatto chi fugge dalla guerra coi servizi sociali cittadini è stata distrutta da un rogo pochi giorni fa. Un incendio «assolutamente non doloso» precisano le autorità, ma che ha comunque costretto Comune e Regione ad individuare una nuova sede. La scelta è ricaduta sull’autostazione, già usata come hub vaccinale.

«Il 25% dei profughi arrivati in Italia in seguito alla guerra in Ucraina è in Emilia Romagna» dice il sindaco

«Voglio ringraziare Asl, Questura, Protezione Civile e volontari che hanno permesso di allestire questo centro in meno di quarantotto ore» ha detto il sindaco Lepore «qua potremo offrire a chi arriva dall’Ucraina servizi di identificazione e registrazione, sanitari, di contatto con le strutture di supporto del Comune».

«Dall’inizio dell’emergenza abbiamo accolto circa 3200 persone, di cui 450 nei circuiti di accoglienza della Prefettura o del Comune. Parliamo di 120 famiglie, spesso con minori, ospitati da associazioni del terzo settore – in primis la Caritas – o direttamente dalla municipalità. Abbiamo ricevuto tantissime disponibilità da parte dei cittadini per ospitare chi ha bisogno» ha proseguito il primo cittadino. «Abbiamo anche iniziato ad inserire i bambini e gli adolescenti nelle scuole cittadine. Il lavoro prosegue bene, ma dobbiamo prepararci al lungo periodo».

Nell’affollata conferenza stampa c’è spazio anche per questioni di carattere nazionale. «Per quanto riguarda le risorse in arrivo dal governo, ci risulta dalle indiscrezioni che le richieste dei comuni stiano venendo accolte – e questa è una buona notizia. Bologna accoglie da sola il 10% dei migranti – sia nordafricani sia ucraini – e il 25% dei profughi ucraini è in Emilia Romagna. Per noi è importante che il nostro sforzo venga riconosciuto. Poi, ricordiamoci che siamo un paese molto lungo, e spero che anche altre regioni inizino ad accogliere».

ASCOLTA L’INTERVISTA A MATTEO LEPORE:

Lorenzo Tecleme