Anche la Città Metropolitana di Bologna si prepara all’arrivo di profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. Ieri si è svolto un tavolo di coordinamento in Prefettura e oggi se ne svolgerà un altro per fare il punto sui posti disponibili per l’accoglienza nel nostro territorio.
A raccontare come Bologna si sta muovendo è, ai nostri microfoni, l’assessore comunale al Welfare, Luca Rizzo Nervo, che spiega che da un lato verrà utilizzato il sistema dell’accoglienza diffusa gestito direttamente dai Comuni, il Sai (ex Sprar), ma la Prefettura su indicazione del Governo potrà attivare anche posti nei Cas e, in più, si lavora a come sostenere l’accoglienza informale nelle case di cittadini ucraini che ospitano connazionali.

L’accoglienza bolognese ai profughi della guerra in Ucraina

Sono circa 13mila i posti che, a livello nazionale, verranno attrezzati nei Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria). In più, nel Consiglio dei ministri di ieri, l’esecutivo ha svincolato dall’emergenza Afghanistan circa 3mila posti Sai attivati già nel dicembre scorso.
«A Bologna sono circa 300 i posti nel circuito Sai che possiamo mettere a disposizione – spiega ai nostri microfoni Rizzo Nervo – Ora bisogna trovare le risorse alloggiative, o individuando appartamenti o trovando strutture, ma sarebbe meglio appartamenti perché in arrivo sono nuclei famigliari composti da madri e bambini».

Accanto ai posti messi a disposizione dalle istituzioni, per i quali il tema principale rimane il reperimento di appartamenti disponibili in città, l’assessore riferisce che si sta già ragionando sul come sostenere le accoglienze informali, cioè quelle di cittadini ucraini residenti a Bologna che ospitano connazionali in fuga dalla guerra. Su questo tema la Città Metropolitana può beneficiare dell’esperienza di accoglienza intrafamigliare del progetto “Vesta” e di un progetto analogo già sperimentato dalla Caritas diocesana.

Nel frattempo in città si è messa in moto anche la macchina della solidarietà con le persone ancora bloccate in Ucraina. Ieri l’assessore, insieme al sindaco Matteo Lepore, si è recato presso la parrocchia di San Michele dove i volontari stavano impacchettando gli aiuti materiali raccolti.
«Ci è stato detto – sottolinea Rizzo Nervo – che la risposta della comunità bolognese è stata superiore alle aspettative, ma Bologna sorprende sempre in positivo. Quando c’è un’emergenza la risposta è sempre superiore alla già grande generosità che ha d’abitudine».

Per evitare che le raccolte di aiuti non vadano a buon fine, però, l’Amministrazione ha individuato tre punti di riferimento. Da un lato il numero attivato da Croce Rossa, Unhcr e Unicef a cui fare donazioni di denaro, il 45525, attivo fino al 6 marzo 2022.
Per la raccolta di aiuti materiali, invece, i punti di riferimento rimangono la Caritas diocesana e la parrocchia di San Michele.

ASCOLTA L’INTERVISTA A LUCA RIZZO NERVO: