Lo scoppio della Guerra in Ucraina sta avendo i suoi effetti anche sull’economia: tra mercati altalenanti e prezzi del petrolio alle stelle, riuscire a fare una valutazione sul futuro degli investimenti è quasi impossibile.
Anche per mercati in espansione come quello delle criptovalute vale la stessa situazione, e in questo articolo cercheremo di analizzare il loro stato di salute durante questo frenetico periodo.

Guerra e Criptovalute: Andamento altalenante dei Bitcoin

Partiamo dalla criptovaluta più famosa, ovvero il Bitcoin.
Il sistema di pagamento di proprietà della Tesla è attualmente molto lontano dal suo valore massimo di 69.000 dollari raggiunto nel 2019 e ora oscilla tra i 40 e i 45 mila, e il titolo fin’ora si sta difendendo nonostante l’incertezza generale.
Bitcoin Era: Qui puoi trovare il piano giusto per investire in Bitcoin

Il 24 febbraio, giorno dell’inizio dell’invasione russa, c’è stato un rialzo che però si è smaterializzato durante il weekend. Tuttavia, all’inizio di marzo si è registrata una crescita fino a $44.404,10, prima che ci fosse una stabilizzazione intorno ai 42 mila dollari in questa settimana.

Guerra e Criptovalute: Dogecoin vale più del rublo

Una delle “cripto” più conosciute sono i dogecoin, famosi perché ispirati dal meme dello Shiba Inu, e schizzate nel proprio valore quando sono state citate da Elon Musk su Twitter.
E’ curioso pensare che una valuta dalla storia così particolare sia in questo momento più forte della moneta corrente di un paese europeo.

Invece è proprio ciò che sta accadendo.
Infatti, complici le sanzioni imposte alla Russia, il rublo al momento vale meno del dogecoin: al cambio, quest’ultima si attesta stabilmente a 11 centesimi di euro, mentre la valuta russa è scesa fino a €0,008. Ciò significa che, per fare un euro, ci vogliono circa 130 rubli. Visto l’andamento, investire sulle criptovalute può essere più fruttuoso rispetto alla moneta fisica.