“Non abbiamo mai detto di voler uscire dall’euro ma vogliamo rinegoziare il debito”. La sinistra greca chiarisce la propria posizione su gestione della crisi e moneta unica e spinge per arrivare ad elezioni anticipate a marzo 2015. Sull’Italia: “Pensiamo ad un’alleanza con chi si oppone all’austerity, come Cgil e Fiom. Speriamo che nasca un partito che rappresenti i lavoratori”.

Syriza vince le ennesime elezioni greche

Non è vero che Syriza vorrebbe portare la Grecia fuori dall’euro, come si legge in questi giorni su alcuni quotidiani italiani ed europei. A chiarirlo è Vassilis Primikiris, membro della segreteria nazionale di Syriza, il partito della sinistra greca che i sondaggi danno al 40%.
“Quello che vogliamo e che abbiamo già detto più volte – osserva Primikiris ai nostri microfoni – è che venga rinegoziato il debito dei Paesi in crisi e che cessino le politiche di austerità, che in Grecia hanno portato al 30% di disoccupazione generale e al 60% di quella giovanile. Il problema vero in tutta Europa, Italia compresa, è l’occupazione”.

La contesa politica nel Paese ellenico si scalda perché la Troika si appresta a chiedere un quarto pacchetto di tagli alle pensioni, ai salari e al welfare in cambio degli aiuti europei per uscire dalla crisi. Una richiesta che si appresta ad essere accolta dal governo di larghe intese guidato da Antonis Samaras, ma a cui si oppone con forza Syriza.
Qualcosa in Grecia potrebbe cambiare nel prossimo febbraio, quando il Paese è chiamato ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. “Il governo di Samaras e del Pasok non ha i due terzi dei deputati per eleggere il presidente – spiega Primikiris – per cui noi contiamo di aprire una crisi politica che porti alle elezioni anticipate entro marzo“.

La sinistra greca vuole continuare a rappresentare un modello che varca anche i confini ellenici ed è per questo che sta stringendo alleanze anche con altre realtà progressiste forti in Europa, come Podemos.
E i cugini greci non si scordano nemmeno dell’Italia. Se le liste Tsipras nostrane hanno registrato piccoli risultati, non sufficienti a cambiare gli equilibri politici, Syriza guarda a forze sociali e sindacali per iniziare un percorso comune: “Con la Fiom di Landini, con la Cgil, con lo Sciopero Sociale, con quanti si oppongo all’austerità e che spero presto possano trovare una rappresentanza politica”, auspica Primikiris.

Ascolta l’intervista realizzata da Piera Stefanini della redazione “Occhio vigile”

Articolo precedentePremio Maccio Capatonda 2011, cinema alla radio
Articolo successivoLa meritocrazia è un trucco neoliberista