Il concerto dei Notwist è stato graziato dal dio dell’indie kraut rock. Incerto fino all’ultimo secondo, con i presenti impegnati a guardare il cielo, il live del gruppo tedesco si è svolto ieri sera nella cornice dell’Arena Puccini. Davanti a un pubblico che arrivava alla spicciolata, munito di ombrelli, impermeabili e cellulare sull’ app del meteo, i Notwist hanno alternato i pezzi del loro ultimo album alle vecchie glorie.

I The Notwist all’Arena Puccini

Sul palco una vera e propria ensemble che includeva i classici strumenti a quelli meno tradizionali per un gruppo indie, come sassofono, xilofono e tuba. Del resto, l’ultima fatica del gruppo, Vertigo Days, comprende atmosfere nordiche composte da note stravaganti che escono dai suddetti strumenti musicali. Un po’ alla Mùm, un po’ elettronico e un po’ indie, l’ultima fatica di Markus Acher e soci è un piccolo gioiello uscito nel gennaio di quest’anno. Dal vivo le tracce intimiste assumono un andamento più accattivante. Sarà per la lotta contro il tempo clemente fino ad un certo punto, le canzoni si susseguono senza sosta. La parte strumentale è molto affiatata, soprattutto il basso di Micha Acher con la batteria di Andi Haberl, unica pecca la voce del capitano che a volte sembra perdere di tonalità. (probabilmente anche l’umidità non ha giovato). Esplosioni sonore techno si susseguono a pezzi intimisti come Pick up the phone o Consequence dal glorioso Neon Golden (probabilmente il loro disco più riuscito) e se non fosse per le restrizioni dovute al covid si sarebbe anche ballato su ritmi jungle non certo tipici della band di Monaco. Un po’ in debito con i Pavement, mixati alla tradizione kraut rock tedesca, i Notwist hanno ancora qualcosa da dire e riescono a entusiasmare i presenti anche se costretti alle proprie sedie asciugate dalla pioggia con i rotoloni scottex offerti dalla casa. Attendiamo dunque tempi migliori per azzardare un passo di danza o un ondeggiamento da in piedi.

Andrea ‘Tabs’ Tabellini