La settimana scorsa vi abbiamo parlato degli eventi che ci saranno in città per celebrare quello che sarebbe stato il suo ottantesimo compleanno, ma adesso vogliamo approfondire un po’ di più la sua figura e il suo percorso all’interno del panorama musicale italiano: parliamo di Lucio Dalla.
Ripercorriamo la carriera di Lucio Dalla, poliedrico artista bolognese
Quando si pensa ad un musicista che possa rappresentare Bologna, a moltissimi viene in mente Lucio Dalla. Non solo per la sua capacità di vivere la città e immergersi fra la sua gente (le sue frequenti comparsate allo stadio sono solo un esempio), ma anche per l’importanza di ciò che è riuscito a produrre nei suoi oltre cinquant’anni di carriera, durante i quali ha registrato ben ventidue album in studio. Musicista, certo, e per giunta capace di esplorare molti generi differenti, ma anche produttore, con la sua casa discografica Pressing. È stato lui lo scopritore di alcuni artisti che ancora oggi rivestono grande importanza nel panorama musicale italiano (Samuele Bersani, per fare un esempio).
Ma andiamo per ordine. Dalla è uno dei pochi cantautori di cui è facile ricordarsi la data di nascita: 4/3/1943 è stato infatti il suo primo grande successo, presentato al festival di Sanremo del 1971 e classificatosi al terzo posto. Tuttavia, non doveva essere quello il nome del brano. La canzone inizialmente si chiamava Gesù Bambino, ma questo titolo fu giudicato inadeguato visto che nel pezzo si parlava di una ragazza madre che rimane incinta di un soldato alleato. Pur non essendo una canzone autobiografica, si decise in ogni caso di usare come titolo la data di nascita del cantautore.
Quella di 4/3/1943 è la penultima delle partecipazioni sanremesi che caratterizzano il primo periodo artistico di Dalla, che copre le sue origini “jazzistiche” e l’ascesa verso il successo, culminata nel 1972 con la pubblicazione del singolo Piazza Grande.
Il secondo periodo artistico del cantautore bolognese è caratterizzato dalla collaborazione con Roberto Roversi, che fa entrare ancora di più la politica nei lavori di Dalla. I tre dischi prodotti dal 1973 al 1976 sono molto sperimentali e difficili da interpretare, sia liricamente che musicalmente. Compaiono suoni spiazzanti e le tracce vocali presentano frequenti cambi di registro e un gusto per l’improvvisazione jazzistica.
La terza fase è quella della maturità: Dalla si allontana da Roversi e comincia a scrivere da solo sia musiche che testi delle canzoni. Sono gli anni degli album più apprezzati dal grande pubblico, che in molti casi saliranno in vetta alla classifica italiana. Il simbolo della felicità creativa di questo lasso temporale è sicuramente la terna Com’è profondo il mare (1977), Lucio Dalla (1979) e Dalla (1980), che in poco più di tre anni regala al pubblico moltissimi fra i pezzi più conosciuti del cantautore. Non è comunque un periodo esente da collaborazioni, basti pensare a quelle con Francesco De Gregori (nel 1979) e Gianni Morandi (nel 1988).
Gli ultimi anni di attività invece sono quelli dove si spazia maggiormente fra i generi, anche della musica colta, e del ritorno a Sanremo come autore, ospite e direttore d’orchestra per Pierdavide Carone. L’eredità lasciata da Lucio è oggi gestita dalla Fondazione Lucio Dalla, che infatti curerà una serie di eventi per celebrare quello che sarebbe stato l’ottantesimo compleanno dell’artista.
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