Le aziende italiane si sono ritrovate, in questo anno di grave crisi dovuta alla pandemia, impreparate sul fronte del business digitale. Molte hanno tentato di rimediare in corsa ma il processo di innovazione digitale non è una cosa che si improvvisa.
Ne abbiamo parlato con uno dei più bravi consulenti del digital Marketing in Italia, Giulio Stella.
“Purtroppo le Pmi italiane spesso sono affette da alcune “malattie professionale” difficili da curare. Innanzitutto sono spesso aziende familiari, dove solo una persona decide tutto e delega poco. Altro scoglio è la poca propensione al digitale, soprattutto quando si parla di marketing. Magari le piccole aziende spendono migliaia di euro per dei cataloghi cartacei ma poi tutto quello che è comunicazione digitale è ritenuto superfluo. Per non parlare dei social che spesso vengono ritenuti una perdita di tempo e non utili per fare business.
Il peccato originale di tutto ciò è probabilmente dovuto alla poca propensione del sistema produttivo italiano alla formazione e all’innovazione. Oggi il digitale ha permesso a molte aziende innovative di occupare delle nicchie profittevoli e di vendere online. Vendere online non vuol dire soltanto avere un ecommerce e vendere al settore consumer ma anche generare dei fatturati grossi nel settore Business to Business. Se si opera con intelligenza gli investimenti nel digitale non solo sono misurabili e scalabili ma sono facilmente recuperabili se si innesca un buon flusso di vendita dei prodotti o dei servizi. Ricordiamoci sempre poi che il vendere direttamente ci permette di accorciare la catena eliminando gli intermediari”.
Quindi da dove dovrebbe partire una Pmi per sfruttare i canali del digitale? Fare da se, affidarsi ad un’agenzia o ad un professionista? Ci risponde sempre Giulio Stella.
“Partendo dal presupposto che non esiste una regola ma che la soluzione deve adattarsi alla singola azienda analizziamo i 3 scenari con costi e benefici. Fare da sé nel campo del marketing digitale può andar bene nelle micro aziende ma bisogna tener conto che imparare a padroneggiare gli strumenti di comunicazione e pubblicitari in rete può essere un processo di apprendimento molto lungo, fatto di molti tentativi. D’altra parte l’imprenditore deve essere focalizzato nel suo business. Io da professionista del settore digitale, quando vengo chiamato ad operare come consulente in un’azienda e il titolare in prima persona si mette a pianificare e studiare con me, annuso che c’è qualcosa che non va. Che l’imprenditore non sa delegare abbastanza. E’ giusto che ci sia una parte iniziale di confronto ma poi lui si deve focalizzare a sviluppare il suo business. Sviluppare il suo business vuol dire spesso essere anche curiosi, informarsi, leggere, confrontarsi anche con i propri competitor. Forse sono queste le cose che mancano oggi alla nuova generazione imprenditoriale. Quella curiosità che poi porta all’azienda ad innovare, a sviluppare nuovi processi produttivi. Nuove linee di business.
Quindi il problema non è tanto se avvalersi di un’agenzia o di un professionista ma capire insieme quale strada digitale intraprendere e quali obiettivi darsi. Spesso una persona che viene da fuori capisce meglio le soluzioni migliori per quell’azienda. Spesso le potenzialità ci sono già ma sono inespresse. Queste possono essere rappresentate dalla costruzione di una community o dalla rapida costruzione e posizionamento di una landing page che generi velocemente contatti e quindi vendita. Sia di servizi che di prodotti. A quel punto l’azienda capisce anche il concetto di scalabilità, cioè se una cosa funziona si scalano i numeri attraverso le Ads di Facebook o di Google. Per assurdo questo catastrofico anno del 2020 ha dato una scossa alle aziende e ha fatto capire che il digitale può dare un vantaggio competitivo, in qualsiasi settore l’azienda operi. Non si può restare indietro oggi nel processo dell’innovazione che investe inevitabilmente ogni settore. Come si dice…se non innovi nella tua azienda, sarà l’innovazione a investire il settore dove opera la tua azienda (magari con un tuo concorrente che ti supera in quel settore) ed allora la cosa non sarà per niente piacevole!”.
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