Il prossimo 10 febbraio si celebrerà il Giorno del Ricordo, la celebrazione per ricordare i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata istituita con la legge 92 del 2004.
Fin dalla sua nascita, la commemorazione è stata contraddistinta da una strumentalizzazione di fatti storici per celebrare l’italianità delle vittime dell’infoibamento durante la Seconda Guerra Mondiale, ma omettendo il contesto e le ragioni che hanno portato a quelle violenze, precedute da violenze ancora maggiori da parte del fascismo nei confronti delle popolazioni slave.
E allora le foibe? Un incontro contro la distorsione della storia da parte della memoria
Per affrontare questa distorsione storica, proprio il 10 febbraio, alle 17.00 nella Sala Falcone e Borsellino di via Battindarno a Bologna, si svolgerà “E allora le foibe? Può la memoria distorcere la storia?”. Si tratta di un’iniziativa organizzata da Venti Pietre, Sinistra Unita per Bologna e il Manifesto in Rete proprio per discutere dell’uso strumentale della storia utilizzato attorno alla vicenda delle foibe.
A discuterne saranno Pier Giorgio Ardeni, docente di Economia politica e dello sviluppo dell’Università di Bologna, Marco Fincardi, docente di Storia contemporanea all’Università di Bologna e Ivan Serra, redattore del sito diecifebbraio.info, coordinati da Margherita Gozzi.
«Sulle vicende tragiche dal 1941 al 1943 dell’invasione di Slovenia, Croazia, Montenegro e Erzegovina da parte dell’esercito di Mussolini e quella dell’esercito tedesco dal 1943 1945 – scrivono gli organizzatori – più che di Memoria si può parlare di più Memorie (invasori, resistenza, popolazione civile) e di una sola verità storica ad ora accertata. Basta le falsificazioni e le strumentalizzazioni della destra fascista e non solo».
ASCOLTA L’INTERVISTA A MARCO FINCARDI: