Venerdì 1 dicembre ricorrerà la Giornata mondiale contro l’Hiv e alla vigilia dell’appuntamento arrivano dati inquietanti per quanto riguarda le nuove diagnosi. Se i nuovi casi continuano a essere in calo, ciò che desta preoccupazione sono le diagnosi tardive, cioè coloro che effettuano il test per la prima volta e scoprono di aver contratto l’hiv in modo tardivo, quando ormai si è già o quasi sviluppato l’Aids.
Eppure oggi, grazie alle cure disponibile, chi segue la terapia anti-Hiv può condurre una vita normale. Non solo: come spiega la campagna U=U, chi segue la terapia può azzerare il rischio di essere infetto anche in caso di rapporti non protetti.

Giornata mondiale contro l’Hiv: le diagnosi tardive e la campagna “U=U”

Sono 1888 le nuove diagnosi di contrazione dell’Hiv in Italia nel corso del 2022. Una quota che sale a 2011 casi se si considera che solitamente c’è un 6% di diagnosi che impiegano più tempo per essere accertate. «Sono 5 casi al giorno», semplifica Giusi Giupponi di Lila.
Se i numeri sono in calo rispetto al pre-pandemia, ciò che preoccupa sono le diagnosi tardive, cioè quelle effettuate quando l’infezione da Hiv è in fase avanzata ed è quasi diventata Aids. Sono quasi sei su dieci (58,8%) le diagnosi tardive in Italia, sintomo che c’è ancora poca consapevolezza sul rischio.

«Un dato inaccettabile – sottolineano Anlaids, Arcigay, Asa Milano, Cica, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Lila, Milano Check Point, Nadir, Nps Italia e Plus, dieci associazioni impegnate in Italia nella lotta all’Hiv – dal momento che da anni la scienza ci ha fornito strumenti terapeutici in grado di rendere il virus non trasmissibile e di assicurare alle persone con Hiv prospettive di vita in linea con la popolazione generale».
Tra i nuovi casi, l’84% è determinato da rapporti sessuali e ciò che colpisce è che la maggioranza delle persone che scoprono di avere l’infezione supera i 50 anni e in buona parte sono maschi eterosessuali.

Le dieci associazioni, però, si sono coalizzate per dare vita a una campagna che permetta di conoscere le nuove importantissime possibilità date dalla scienza, di cui pochissimo si parla.
L’unica campagna contro l’Aids realizzata alcuni decenni fa, quella dell’alone viola, è risultata disastrosa, dal momento che ha alimentato lo stigma nei confronti delle persone sieropositive e ha indotto molti a nascondere il proprio stato di salute per la vergogna.
La campagna “U=U”, invece, parte da un dato fondamentale. U=U sta per Undetectable = Untrasmittable. Significa che, grazie alle terapie, le persone sieropositive che hanno una carica virale stabilmente non rilevabile non possono trasmettere il virus.

ASCOLTA LE PAROLE DI GIUSI GIUPPONI: