Cdu, Csu e Spd hanno trovato un accordo per formare un governo di Grosse Koalition. Il 21 il congresso dei socialdemocratici per ratificare, ma i giovani del partito sono contrari. Dal lavoro ai migranti, dal clima all’Europa, il giornalista Alessandro Ricci ci illustra i termini dell’accordo. Intanto i metalmeccanici protestano per la settimana lavorativa a 28 ore.

Dopo 5 giorni di trattative, di cui l’ultima sessione durata 24 ore, Cdu, Csu e Spd hanno trovato un accordo per una nuova edizione della Grosse Koalition al governo della Germania.
“Tutto nasce dal fallimento delle trattative per la coalizione Giamaica – ricorda ai nostri microfoni il giornalista Alessandro Ricci – e dall’intervento del presidente della Repubblica tedesco, che ha persuaso Martin Schulz, inizialmente contrario, a trattare per la Grosse Koalition”.

Il leader dell’Spd, la socialdemocrazia tedesca, ora sostiene di uscire vittorioso dalla trattativa, essendo ad aver strappato un accordo che va incontro alle richieste del partito in ben 60 punti.
In ogni caso, la partita non è chiusa. Il 21 gennaio, nel congresso dell’Spd a Bonn, la base dovrà ratificare l’intesa raggiunta con Merkel. Intesa che, a detta dello stesso Schulz, deve essere limata.
Un ulteriore ostacolo è rappresentato da Jusos, la giovanile socialdemocratica, il cui leader ha ribadito la propria ferma contrarietà alla Grosse Koalition e ha detto di voler girare la Germania per convincere i delegati a bocciarla.
In ogni caso, un nuovo governo non nascerà prima di pasqua.

I TERMINI DELL’ACCORDO

I temi su cui l’Spd è riuscito a imporre la propria linea riguardano il sociale, la scuola, i trasporti e l’Europa.
In particolare, l’accordo prevede un riequilibrio dei contributi per l’assicurazione sanitaria, che dovrebbero tornare a essere paritari tra aziende e lavoratori. Il sussidio di disoccupazione, invece, verrà ridotto dello 0,3%, mentre ci saranno avanzamenti sul lavoro part-time.
Per istruzione e trasporti c’è l’impegno ad un maggior investimento, così come per quanto riguarda l’Europa: il futuro governo tedesco dovrebbe andare nella direzione di una maggiore integrazione europea.

La linea socialdemocratica, però, non è passata su altri temi importanti, come l’immigrazione e il clima.
Il prossimo governo fisserà un tetto annuale agli arrivi di migranti, che si aggirerà tra le 180mila e le 220mila persone, mentre verrà fissato anche un tetto ai ricongiungimenti famigliari, pari a mille al mese.
Pur con la promessa di aumentare gli investimenti in energie rinnovabili, gli obiettivi per la riduzione del 40% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020 non saranno raggiunti e, anzi, sono stati posticipati al 2030.

LE PROTESTE DEI METALMECCANICI

Mentre i tre partiti trattavano, in Germania si registrava la protesta dei metalmeccanici della Ig Metall, il più grande sindacato europeo della categoria per numero di iscritti. I lavoratori chiedono la riduzione dell’orario di lavoro a 28 ore settimanali, una rivendicazione che in Italia è un miraggio.
“C’è da dire che la richiesta riguarda un periodo limitato – sottolinea Ricci – e la causa è nobile: la possibilità di stare vicino ai propri cari o in caso di maternità e paternità”. Il giornalista riferisce che l’accordo politico sul part-time va incontro a questa richiesta.

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