Dopo due giorni di conflitto nella striscia di Gaza è tornata la tregua, ma continuano le tensioni. Poche ore fa è stata violata la tregua con l’uccisione di un pescatore palestinese, e il ministro della difesa israeliano si è dimesso condannando la linea “moderata” di Nethanyau. La corrispondenza da Gaza di Yousef Hammash, le foto di Gaza dopo i bombardamenti di Mohammed Alzaanon e il commento di Luisa Morgantini.

Tregua sulla striscia di Gaza

Dopo due giorni di scontri, con 480 razzi lanciati da parte palestinese e 170 attacchi aerei da parte israeliana, ieri sera è stato raggiunto il cessate il fuoco, ritornando di fatto all’accordo del 2014. Un compagno italiano che si trova attualmente a Betlemme dopo essere stato allontanato da Gaza per via del protocollo di sicurezza, ci ha dato aggiornamenti grazie alla corrispondenza di Yousef Hammash dalla striscia di Gaza: “L’ultima escalation di questi due giorni ha lasciato la striscia di Gaza con 7 palestinesi uccisi, 40 feriti e 8 edifici distrutti. Ora si è tornati sull’accordo del cessate il fuoco del 2014 – spiega A. – che includeva anche le proteste sul confine che dovevano essere contenute, senza bruciare ruote delle auto palloni incendiari o aquiloni e tenere lontani i manifestanti di almeno 300 m dalla recinzione. Allo stesso tempo gli israeliani cominceranno ad abbassare il livello di assedio a Gaza. Inizieranno ad allentare la stretta per i pescatori per esempio, permettendogli di tornare nel mare. Lasceranno il Qatar pagare Hamas per facilitare la vita a gaza e migliorare la situazione economica, come da accordo preso 5 o 6 giorni fa”.

La fragile tregua raggiunta, già messa in pericolo dall’uccisione di un pescatore palestinese per mano israeliana questo pomeriggio, è stata accolta in modo molto diverso sui due fronti. Mentre nella striscia di Gaza si festeggiava e si tornava ad uscire dalle case, sul fronte israeliano si sono tenute manifestazioni contro l’accordo, e questa mattina il Ministro della Difesa israeliano Lieberman si è dimesso contestando la linea “moderata” del Premier Netanyahu. “Lieberman ha delle posizioni estremiste – spiega Luisa Morgantini, già vicepresidente del Parlamento Europeo e fondatrice di Assopace Palestina – del resto è quello che rappresenta ormai una fetta grossa che è all’interno del governo di coalizione. I coloni, perché dobbiamo ricordarci che Lieberman è un colono, stanno giocando per le elezioni. Lieberman sta aizzando tutta la popolazione, i coloni soprattutto, e quindi Netanhyau in realtà vuole guadagnarci in relazione ai rapporti con altri, per esempio coinvolti in questa fase sono il Qatar, le NU, l’Egitto soprattutto ma anche la Norvegia. Quindi N. gioca questa carta perché sa che un’altra guerra non si regge”.

Per quanto riguarda il fronte palestinese, “Ieri sera quando è stata raggiunta la tregua proposta da Hamas c’era un clima di festa – racconta A. – perché ovviamente all’interno della striscia la popolazione non vuole di sicuro la guerra. La gente finalmente usciva di casa, quando ci sono i bombardamenti nessuno può muoversi. Adesso c’è stato questo episodio del pescatore ucciso e adesso vediamo cosa può succedere”. Anche l’escalation che ha portato ai due giorni di bombardamenti appena conclusi era infatti iniziata con la violazione di un accordo da parte delle truppe israeliane, avvenuta in un contesto molto particolare. Infatti poche ore prima che l’azione militare israeliana in terre palestinesi fosse intercettata dai militanti di Hamas, dando origine al conflitto, Nethanyau aveva tenuto un discorso in cui rispondeva alle critiche dell’estrema destra rispetto ad una accordo raggiunto nella scorsa settimana proprio con Hamas, sottolineando la necessità di evitare nuovi conflitti armati. In una precedente corrispondenza, A. aveva sottolineato come l’azione militare fosse probabilmente passata per una autorizzazione del governo, per quanto tale aspetto sia tuttora oggetto di discussione.

Nonostante il crescente estremismo in Israele, secondo Luisa Morgantini è difficile che future elezioni possano peggiorare le situazione per i palestinesi: “Più estremista di così è proprio difficile, perché ormai ha raggiunto il massimo con le leggi, con le continue violazioni dei diritti umani, con il fatto che anche le espressioni interne di democrazia sono venute meno e oggi la festa è finita anche per i dissidenti israeliani. È chiaro come solo un intervento severo della comunità internazionale possa concludere qualcosa. I palestinesi qualsiasi cosa facciano è sbagliato, se fanno lotta militare sono terroristi, se fanno azioni terroriste sicuramente non è all’interno della comunità internazionale e va male, se fanno manifestazioni pacifiche vengono arrestati e i ragazzini che tirano una pietra possono essere condannati fino a 12 anni. E quindi sono impotenti di fronte a questa forza sovrumana di Israele, che usa le armi e la violenza ad ogni piè sospinto. E noi li lasciamo fare. La comunità internazionale denuncia ma lascia fare”.

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Gaza dopo i bombardamenti israeliani