In più di un Comune della provincia di Bologna la discussione sulla fusione tra le due multiutility fa scricchiolare le maggioranze di centrosinistra. A Bologna la lista Sel/Verdi pone dubbi e il Pd va nel panico.
La fusione tra Hera, la multiutility della nostra regione, e Acegas, azienda analoga che opera in Veneto e Friuli, sta facendo vacillare le maggioranze di centrosinistra di mezza provincia. In diversi casi la discussione è stata posticipata per tentare di ricomporre i consiglieri comunali, in particolar modo quelli dei partiti di sinistra, che si sono dichiarati contrari all’operazione.
I comitati per l’acqua pubblica hanno espresso una netta contrarietà alla fusione, sostenendo che allontanerebbe l’azienda dai territori, con un sempre minor peso dei piccoli soci, e si avvicinerebbe sempre più alla finanza, perdendo di vista l’attenzione per i servizi erogati. La fusione, denunciano i comitati, avviene senza un reale processo partecipativo.
Ragioni che vengono condivise da molti consiglieri, non ultimi quelli della lista Sel/Verdi di Palazzo D’Accursio a Bologna, che nel corso di udienza conoscitiva sul tema, chiesta insieme al M5S, hanno espresso dubbi sulla delibera che darebbe il via libera la fusione.
Sebbene l’atto non sia ancora approdato in Consiglio comunale, il Pd è andato nel panico, al punto che il sindaco Virginio Merola non ha nascosto la sua rabbia nei confronti della lista Sel/Verdi, invitando i consiglieri “a riflettere”.
“La decisione su come votare – spiega la capogruppo in Comune Cathy Latorre – verrà presa durante l’assemblea federale del nostro partito e sentiremo il parere anche delle iscritte e degli iscritti”.