Percy Bertolini è una giovane autrice anconetana, ma già conosciuta da tempo nel territorio bolognese. Oltre ad essere un’attivista in Non Una di Meno, ha collaborato con La Falla, il mensile pubblicato dal Cassero LGBT center di Bologna e con lo spazio Elastico per installazioni di mostre. Ad oggi sta collaborando con Edizioni Minoritarie, una casa editrice neo-nata, con la quale ha pubblicato “Non fissare”.

Durante il Geo/Graphic Novel Day, tenutosi al Vag61, l’autrice ha proposto una mostra che si svela essere un racconto autobiografico sulla sua adolescenza e sulle città che ha attraversato.
Partendo da illustrazioni sciolte e non fatte dall’autrice, ma che le ricordavano un grande ospedale in cui aveva passato la sua adolescenza, cerca di raccontare il percorso della sua infanzia rivisto con occhi più maturi.

“Ho un ricordo di questa infermiera che la sera quando staccava il turno prendeva me e altre giovani ragazze e ci portava a mangiare il gelato fuori nel cortile dell’ospedale. Però era un connubio di elementi contrastanti tra loro, tra la bellezza del momento del gelato e le luci rosse dell’obitorio.”

Per tirare fuori al meglio i ricordi di questa adolescenza passata tra ospedali, Percy si è recata nei luoghi fisici di Ancona, per tornare proprio alle sue origini. Ha poi creato un mondo parallelo fatto di palazzi sparsi per il mondo, passando per Berlino, arrivando fino al Brasile e finendo in Polonia. Anche Bologna, città nella quale vive da ormai sette anni, è presente in questo labirinto di metropoli diverse tra loro. Quindi una storia ambientata sì ad Ancona ma anche in una città della mente, immaginaria e inventata.

Rachele Copparoni

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