Mustapha ha 21 anni e viene dalla Guinea. Al momento dello scoppio della guerra in Ucraina si trovava a Kiev e frequentava la Facoltà di Sociologia nell’università cittadina. Anche se da noi è un fenomeno poco noto, molti giovani africani scelgono Paesi dell’est per gli studi universitari, dal momento che il costo della vita e degli studi stessi è più sostenibile rispetto all’Unione europea.
Quando è iniziata l’invasione russa, Mustapha e alcuni suoi amici africani hanno racimolato i soldi e deciso di abbandonare il Paese, ma quella che hanno dovuto vivere, essenzialmente a causa del colore della loro pelle, è stata una vera e propria odissea.
Guerra in Ucraina, i profughi africani non hanno lo stesso diritto alla fuga
La storia di Mustapha l’ha raccontata lui in prima persona ai microfoni del cugino Mamadi Kourouma e di Leonardo Tancredi di Piazza Grande. «Quando abbiamo avuto i soldi per uscire dall’Ucraina abbiamo cercato di prendere l’autobus che ci portava verso il confine – ha raccontato il giovane – Quando siamo arrivati al confine con la Polonia abbiamo visto che tanti africani erano bloccati. Abbiamo tentato di entrare in Polonia ma siamo stati respinti qualche volta». In altre parole, nemmeno la guerra ha interrotto le politiche europee sulle frontiere chiuse per i profughi africani.
Anche arrivare al confine non è stato facile, perché le stesse autorità ucraine hanno discriminato le persone africane nel momento di prendere mezzi pubblici.
«Non ci lasciavano salire sui bus – spiega Mustapha – Prima potevano salire i bianchi, mentre gli africani venivano lasciati a terra. Lo stesso problema è stato vissuto anche da donne con bambini, la discriminazione non riguardava solo noi maschi neri. A dare vita a queste discriminazioni erano proprio le autorità, i controllori all’interno dei mezzi pubblici».
Arrivati al confine il razzismo è stato perpetrato dai militari polacchi, che bloccavano alla frontiera tutte le persone nere. «I militari hanno guardato i nostri documenti e ci hanno detto che non erano validi per passare il confine, perché non erano documenti europei – continua lo studente guineano – Quindi con il pretesto dei documenti non ci lasciavano uscire dall’Ucraina nonostante ci fosse la guerra».
Per il giovane è stato provvidenziale l’incontro con una coppia ucraina che si è dimostrata solidale. Ascoltata la sua storia e le difficoltà trovate nel lasciare il Paese, la coppia si è offerta di aiutare Mustapha con un escamotage.
«Quella coppia ha detto alle autorità polacche che lavoravo per loro come domestico e che voleva portarmi con sè – prosegue Mustapha – Io sono stato fortunato perché quella coppia ucraina mi ha aiutato, ma non tutti sono riusciti ad andarsene. Alcune persone africane che conosco non sono ancora riuscite a lasciare l’Ucraina. Ho saputo che hanno provato a contattare le ambasciate del proprio Paese d’origine, ma per riuscire ad andarsene dipende di che Paese sei originario». In particolare, più il africano d’origine è forte, più c’è possibilità per i propri cittadini di lasciare l’Ucraina.
Ora Mustapha si trova in Germania, a Monaco. Inizialmente ha trovato ospitalità presso un amico, poi si è rivolto ad un’associazione che lo sta assistendo.
Scampato il pericolo, il giovane sta di nuovo pensando al proprio futuro. In particolare, spera di continuare il proprio percorso universitario in Germania e di non dover abbandonare gli studi di sociologia cominciati a Kiev.
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